Categorie: Pax et Justitia

Campane a festa a Gerusalemme e Betlemme per la visita di Papa Francesco

GERUSALEMME – E’ dunque ufficiale: Papa Francesco si recherà in visita in Terra Santa, nel 50.mo anniversario dello storico viaggio di Paolo VI nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù. Per una prima testimonianza sulle speranze che accompagnano questo viaggio, Alessandro Gisotti della Radio Vaticana ha raggiunto telefonicamente mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini (i file sono disponibili anche in formato audio): 

R. – Aspettiamo un nuovo spiraglio da questa visita, nelle relazioni con gli ortodossi, con i musulmani e con gli ebrei. La personalità particolare di Papa Francesco ci fa sperare nella realizzazione di queste aspettative. Stiamo preparando questa visita che senz’altro sarà storica. L’abbraccio tra Papa Francesco e Bartolomeo sarà un altro abbraccio storico (dopo quello di Paolo VI con Atenagora, ndr). Dopo incontrerà i capi religiosi ebrei. Dunque, pensiamo ad intensificare queste relazioni ecumeniche ed interreligiose. Questo Papa ci sorprenderà! Finora, durante i primi mesi del suo Pontificato, ci ha sempre sorpreso. Noi contiamo sullo Spirito Santo e sulla collaborazione di Papa Francesco con tutte le ispirazioni dello Spirito Santo per aprire veramente strade nuove nelle relazioni ecumeniche ed interreligiose.

Ai microfoni della Radio Vaticana anche  il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa che riferisce come sia stato accolto l’annuncio del Papa all’Angelus. L’intervista è di Eugenio Bonanata: 

R. – Naturalmente l’annuncio del Papa del prossimo pellegrinaggio in Terra Santa è stato accolto con grande entusiasmo. Tutti già sapevano che era in previsione, ma l’annuncio ufficiale, con le date e anche i luoghi, ha concretizzato questa gioia, che è un po’ in tutti. Già, immagino, cominceranno i preparativi, con tante discussioni sul protocollo, ma credo che la cosa importante sia che la gente, soprattutto la gente che il Papa ama tanto, è piena di gioia. Tutte le campane hanno cominciato a suonare a Betlemme e a Gerusalemme.

D. – Quali sono le sue speranze per questo viaggio?

R. – Le speranze sono che la comunità cristiana, che è molto piccola e fragile – qui in tutta la Terra Santa – e composta anche da tante Chiese diverse, si possa ritrovare unita nel cuore ed anche nell’azione, in occasione della visita del Papa.

D. – Qual è il suo umore per quanto riguarda la missione del segretario di Stato Usa, Kerry, in Medio Oriente?

R. – Il mio umore, riguardo alla visita del segretario di Stato americano Kerry, è quello di tutti qui: di un’attesa di un cambiamento, con molto realismo però e con poca fiducia, che questo possa accadere nel breve termine.

Radio Vaticana

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