Sul modello di ciò che avviene in Germania, Austria e Svizzera, dei bambini vestiti come i Re Magi accompagnati da “pastori” fanno il giro della città per portare la “buona stella” ai residenti. Entrano nelle case cantando canti natalizi o recitando poesie. I cantori della Stella condividono poi i dolci preparati da ciascuna famiglia per la festa e ricevono un’offerta che viene introdotta negli scrigni dei Re Magi. Questa tradizione è una occasione per raccogliere molti aiuti, e abituare i bambini alla condivisione e alla testimonianza.
Con gli aiuti raccolti, la Associazione Sternsinger, Kindermissionswerk Aachen intende aiutare i bimbi di Gaza e delle Filippine, soprattutto dell’isola di Luzon (Kalusunan), dove le Suore Salvatoriane hanno opere nelle zone devastate l’anno scorso da un terribile tifone che causò 8000 vittime.
Sono proprio le Suore Salvatoriane che hanno preso l’iniziativa di organizzare questa tradizione dei Cantori della Stella nella loro scuola di Nazareth per rispondere alle numerose richieste di aiuto delle famiglie di Gaza, dei rifugiati in Giordania, dei richiedenti asilo venuti dall’Etiopia, dall’Eritrea o dal Sudan, o ancora dai disastrati delle Filippine.
Una cinquantina di allievi, dai 9 ai 12 anni, vestiti con costumi molto colorati e vari, sono andati di casa in casa. Suddivisi in sei gruppi, si sono ripartiti i quartieri cristiani di Nazareth. Ogni gruppo era composto di tre re magi con gli scrigni dei doni tradizionali – oro, incenso e mirra – da un porta-stella e da alcuni cantori.
Sulla porta di ogni casa visitata è stata collocata una etichetta recante le tre lettere C, M e B che stanno per “Christus Mansionem Benedicat” ma anche Caspar, Melchior, Balthasar – in italiano: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre – i nomi dei tre Magi.
Oltre alle altre case, i “Cantori della Stella” sono passati anche al vicariato patriarcale latino di Nazareth, dove sono stati accolti con gioia da mons. Marcuzzo che ha ringraziato i bimbi e si è congratulato con le religiose e gli educatori che li accompagnavano. Egli ha anche incoraggiato i sacerdoti, le comunità religiose e le famiglie a sostenere generosamente questa iniziativa e a offrire una buona accoglienza a questi bambini, invitando tutti alla solidarietà.
Suor Miryam, coordinatrice di questa esperienza, è stata molto impressionata dall’entusiasmo con cui i bimbi hanno aderito a questa azione religiosa, sociale e ricreativa; dalla generosità che le famiglie hanno mostrato e anche per il clima gioioso e il messaggio di Natale che questa iniziativa ha permesso di trasmettere in modo nuovo e finora inedito.
Testo dal corrispondente in Galilea del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Foto di S.A.K.
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