Intolleranza religiosa è “vergogna terribilmente attuale” – Le persecuzioni dei giorni nostri con il martirio di tanti cristiani nel mondo come “testimonianza suprema a Cristo e alla Chiesa”: questo il primo tema affrontato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione al Consiglio episcopale permanente che si è aperto questo pomeriggio a Roma (fino al 24 settembre). A fronte di centinaia, migliaia di cristiani uccisi in ogni parte del mondo, il cardinale ha richiamato la beatificazione dei martiri coreani da parte di Papa Francesco nel suo recente viaggio nel Paese asiatico. Con loro il sacrificio delle tre suore Saveriane in Burundi. “Dal feroce e continuo spargimento di sangue di tanti cristiani – ha commentato -, si resta inorriditi e increduli poiché, fino a ieri, nella coscienza collettiva si pensava al martirio come ad una drammatica pagina di epoche lontane. Così non è! L’intolleranza religiosa, che violenta il diritto di professare la propria fede, è una vergogna terribilmente attuale”. “Per questo non possiamo tacere”, ha precisato, aggiungendo di aver “inviato un forte appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite perché la comunità internazionale uscisse dal silenzio imbarazzato e pauroso, e prendesse le misure necessarie affinché lo scempio abbia fine e i cristiani – come le altre minoranze religiose – possano tornare nelle loro case liberi e in pace”.
Fanatismo religioso, “la ferocia esibita al di sotto dell’umano” – Dopo aver richiamato le parole del Papa a Tirana (“Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio!), il presidente dei vescovi italiani si è chiesto se ci poniamo la domanda “se ci sia qualcosa per cui saremmo disposti a morire”. “Il mondo occidentale assiste da tempo ad un crescendo di violenza che mescola e confonde politica, cultura, civiltà e religione, con una strumentale identificazione di occidente e di cristianesimo”, ha notato, col risultato di assistere a tragiche uccisioni. A questo riguardo ha aggiunto: “L’uomo che uccide è un uomo morto; morto nell’anima, nell’intelligenza, nella dignità. La ferocia esibita con evidente compiacimento, fiera di seminare orrore nel mondo, si colloca al di sotto dell’umano, è radice dei crimini contro l’umanità che dovrebbero essere esecrati da tutti ed ogni istituzione – politica, culturale, religiosa – dovrebbe prenderne la distanza in modo chiaro, pubblico e definitivo”. “Un altro fenomeno, che non può non interrogare, è l’oscura seduzione che il fanatismo terroristico sembra esercitare nel vecchio mondo. Non ci si deve meravigliare più di tanto – ha osservato -: il nostro continente è vecchio perché privo di ideali veri, senza una cultura alta capace di far vibrare le menti e gli animi, di suscitare sentimenti e passioni nobili, di sprigionare energie, di alimentare un giusto senso di appartenenza”.
Persecuzione cristiani, “come non pensare alla volontà di un genocidio?” – Sempre soffermandosi sui drammatici eventi degli ultimi tempi – con massacri, genocidi, fughe di massa da Paesi quali Iraq, Siria, Libia, Terra Santa, Ucraina, Nigeria – il cardinale ha sottolineato come tutto ciò avviene mentre da noi, nei Paesi occidentali “l’unico ideale sembra essere il profitto e il potere. La parola d’ordine, invisibilmente concertata, sembra essere ‘omologare’, rendere tutto – persone, cose, religioni, civiltà, valori – appiattito, uniforme, svuotato: una specie di poltiglia incolore e insapore, talmente tiepida da suscitare indifferenza e nausea”. Per questo – ha aggiunto riferendosi a quanti si arruolano anche partendo dai Paesi europei – “le varie figure di ribelli, mercenari, terroristi, qua e là si mescolano e si confondono in plotoni di morte, pilotati da entità-ombra, ciecamente obbedienti ad un’unica parola d’ordine: seminare strage e distruzione, terrore e orrore. In non poche aree è esplicito anche l’inaccettabile progetto di cancellare la presenza cristiana. Come non pensare alla volontà di un genocidio?”.
“Svuotare coscienza è crimine incalcolabile contro l’umanità” – Prima di affrontare argomenti pastorali, il card. Bagnasco ha voluto richiamare l’attenzione sul “vuoto spirituale” delle società occidentali e sulle sue conseguenze. “La coscienza – ha detto al riguardo -, è il punto di forza di ogni uomo e di ogni popolo, e svuotare la coscienza – come si sta facendo – è un crimine incalcolabile contro l’umanità. Tra l’altro – ha aggiunto -, significa anche oscurare la lucidità di analisi e snervare la capacità di prevenire e resistere a disegni di potere e di egemonia inaccettabili”. Da ciò anche l’importanza del servizio pastorale svolto dai sacerdoti, col loro compito educativo, per i quali ha raccomandato “vicinanza”, “incoraggiandoli nel loro lavoro quotidiano”. Al tema della formazione del clero sarà dedicata – ha ricordato – la prossima Assemblea straordinaria della Cei (10-13 novembre), segno questo “di quanto ci stiano a cuore i nostri seminaristi e Sacerdoti, nostri amici e primi collaboratori”. Il cardinale ha rivolto anche un pensiero ai religiosi e alla vita consacrata, “a cui il Santo Padre ha dedicato l’anno pastorale 2014-2015”: “Già ora rinnoviamo alle persone consacrate la nostra stima e gratitudine per la loro presenza nella nostre Diocesi come segno del primato di Dio, e per i grandi servizi alla comunità cristiana e a tutti secondo i diversi carismi”. Fonte: Agensir