R. – Una grande riconoscenza al Santo Padre, che ci precede sempre sulle vie del Vangelo e ci indica le strade migliori per poterlo attuale con fedeltà. Questa indicazione è molto concreta e di una grande efficacia:spero sia un aiuto e uno stimolo per tutti i Paesi dell’Europa.
D. – Le parole del Papa sono sempre molto dirette: lui chiede concretamente alle comunità, alle parrocchie, ai monasteri, ai santuari “Aprite le porte e accogliete”. E ai vescovi di Europa dice “sostenetemi in questo appello”, praticamente. Come pensa si cocnretizzaerà questa risposta?
R. – Sì, sicuramente ci sarà una pronta risposta. Ne parleremo proprio la prossima settimana, quando i presidenti delle Conferenze episcopali europee si incontreranno a Gerusalemme per la Plenaria di quest’anno. Sarà anche un ulteriore stimolo – penso – per un sempre più profondo legame tra le diverse chiese che sono in Europa.
D. – Anche dopo le prime tragiche immagini che ci giungevano da Lampedusa, il Papa – visitando, qui a Roma, il Centro Astalli – disse proprio alle comunità di aprire le proprie porte. Non tanto, forse, è stato fatto… Anche forse per difficoltà tecniche, cosa accardà ora?
R. – Cosa vuole, le difficoltà tecniche ci sono sicuramente ovunque, ma ovunque possono e devono essere affrontate e risolte nei modi migliori. Aanche nel prossimo Consiglio permanente – che si terrà alla fine di questo mese – ed espressione della Chiesa italiana, ho già dato disposizioni per individuare dei criteri concreti per applicare e tradurre questo grande invito del Papa.
D. – E’ anche significativo che il Papa lo abbia collegato all’Anno della Misericordia: quasi a sottolineare che la misericordia è qualcosa di molto concreto..
R. – Sicuramente! E’ stata anche questa – direi – una grande intuizione di Papa Francesco per poter esprimere con un segno visibile – vorrei dire universale, ma diciamo pure continentale – l’Anno della Misericordia.
D. – Cosa pensa di quanto sta accadendo a livello di solidarietà europea?
R. – Sia dall’Europa che a livello più internazionale, mi sembra che ci siano segnali positivi. Lo spettacolo di questa disperazione, che affronta qualunque rischio, non poteva non toccare il cuore e la mente di tutti. In Italia, la gente, le nostre comunità, le amministrazioni cercano di rispondere già da molto tempo e al meglio possibile. Però, se ci sarà questa coralità, questa concertazione a livello europeo, che si è sempre invocata – la abbiamo sempre invocata come vescovi italiani- sarà un aiuto per tutti, a cominciare proprio da questa povera gente.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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