Categorie: Italiae et Ecclesia

Card. Bagnasco: ‘i figli non sono materiale di esperimento’

Arriva con lucida chiarezza l’analisi del presidente della CEI Cardinale Bagnasco, sulla situazione ideologica verso cui precipita la società odierna. I continui attacchi sistematici e metodici di alcune lobby, tendono a sostituire il modello antropologico su cui si fonda lo sviluppo dell’uomo, con teorie che all’apparenza sembrano soddisfare i bisogni e le necessità dei singoli, ma che poi alla fine si rivelano distruttivi e antiumani. Certamente dire la Verità, non significa discriminare chi vive delle condizioni particolari di vita. Come più volte ho ripetuto, la vera discriminazione è quella di accettare la menzogna come verità. I temi affrontati nella prolusione durante il Consiglio permanente, sono molto diversi ed articolati, dalla difesa della famiglia dagli attacchi provenienti dall’ideologia del gender alle politiche necessarie per favorire l’occupazione. Il Cardinale, ha rivolto la sua parola a quanti ricoprono responsabilità amministrative di governo, affinchè con leggi sagge ed eque si possa trovare una soluzione alla crisi economica che ogni giorno preoccupa milioni di famiglie italiane. Citando il rapporto 2014 della Caritas Italiana, Bagnasco pone l’attenzione sulla povertà e l’esclusione sociale, in cui si dimostra come oltre due terzi dei padri separati non riescano ad acquistare i beni di prima necessità, e come quasi sette padri su dieci abbiano ammesso che la separazione ha inciso negativamente sul rapporto con i figli. “Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale

. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta”. Il Presidente della CEI ha poi ribadito la posizione dei vescovi italiani sui temi etici, lanciando un appello perché la famiglia sia difesa dell’ideologia del gender: “La lettura ideologica del genere è una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni.” Il Cardinale ha preso atto “con amarezza” dell’intenzione di fare delle scuole campi di “indottrinamento e rieducazione”: “I genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga.”. Bagnasco, ha inoltre voluto richiamare su questi temi anche l’insegnamento del Papa: “L’erosione sistematica dell’impianto culturale umanistico, usando come grimaldello l’impazzimento dell’individuo con le sue pretese solipsiste, è una espressione triste di quella miseria morale e spirituale di cui parla il Santo Padre.” Ed è proprio citando Francesco che ricorda come “non si può più affermare che la religione deve limitarsi nell’ambito del privato” come troppo spesso è stato fatto.

Parole chiare, nette, precise. La Chiesa continua a sostenere la famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna. L’unica capace di accogliere e crescere i bambini. Intanto la guerra mediatica continua il suo corso. Cercano con le parole di mettere in difficoltà la natura stessa dell’uomo. Usare termini come “omofobia, diversità, libertà di scelta”

come pretesti per agguantare e richiedere con forza in nome dei “diritti umani” e della “democrazia” l’approvazione delle ideologie come fondamento della vita umana. Incredibile! Ormai siamo arrivati al punto che tutto ciò che viene espresso da queste lobby è democrazia, mentre ciò che sostengono gli altri, è solo materia retrograda e oscurantista. “La parola omofobia –commenta Manuel Haif-, ha cambiato di nuovo significato, ora significa libertà di espressione. La libertà di espressione è passata dall’essere una delle più importanti conquiste dell’umanità a una delle cose più odiate al mondo. Libertà di espressione, omofobia, significa valorizzare le diversità tra maschio e femmina anziché mortificarle. Libertà di espressione, omofobia, significa rispettare la scelta del modello educativo che i genitori vogliono per i propri figli. Libertà di espressione, omofobia, significa manifestare pubblicamente l’orgoglio di difendere il matrimonio uomo-donna. Libertà di espressione, omofobia, significa difendere apertamente il diritto del bambino di avere un padre e una madre. Questo significa libertà di espressione, questo significa omofobia. Su queste basi è molto difficile mettere tutti d’accordo per scrivere una legge contro l’omofobia. Le organizzazioni pro-lgbt chiedono che venga punita l’omofobia, repressa la libertà di espressione. Propagandando le loro posizioni assurde e paradossali, le lobby gaie stanno spingendo per creare un contrasto sociale sempre più scivoloso e radicalizzato. Per sport? No, perchè in Italia non c’è un accanimento particolare nei confronti degli omosessuali, non c’è un ambiente ostile né ripetuti casi di discriminazione verso i gay. Con questa situazione italiana è difficile far passare per emergenza una questione che non lo è nei fatti. Quello che rimane è creare l’ambiente perchè questo (l’emergenza) accada. Bisogna crearsi un nemico prima di potersi dichiarare vittime. A me, personalmente, pensare ad una legge che pretende di proteggermi dagli insulti o da discriminazioni mi fa sentire classificato come un “incapace di difendersi” come fanno tutti gli altri. Come se avessi un handicap rispetto agli altri: l’omosessualità. Io voglio essere misurato sulle capacità che, spero, acquisirò nella vita. Sulla generosità che saprò o non saprò dimostrare. Sull’impegno che saprò o non saprò mettere nel costruire qualcosa di buono nella mia vita. Le organizzazioni omosessualiste non fanno il bene delle persone omosessuali che dicono di rappresentare. Intanto, si sono autoelette portavoce degli omosessuali, quando invece rappresentano solo se stesse. La cosa peggiore è che spingono i giovani a odiare la libertà di espressione, la diversità di pensiero e la tolleranza per il diverso, collocandoli immediatamente in contrasto con tutto il mondo intorno a loro. Dicono che libertà di espressione e omofobia sono la stessa cosa. Lo affermano quando attaccano La Manif, quando contestano Le Sentinelle, e tutti coloro che sostengono la famiglia e il sesso biologico dei bambini. Lo affermano quando vorrebbero imporre la dittatura del gender fin dall’infanzia. Loro non hanno il reale interesse di difendere i deboli. A loro interessa togliere diritti agli altri, il diritto di espressione, il diritto di scelta educativa, il diritto di professione religiosa, il diritto di opinione culturale e politica, i diritti del bambino. E questo è inaccettabile”. di DonSa

 

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