“Qualcosa di analogo chiediamo che avvenga oggi”, ha chiesto il cardinale, secondo il quale la domanda da porsi è se “esiste oggi un tessuto connettivo che consenta non di annullare, ma di mettere tra parentesi le legittime divisioni per affrontare le questioni radiali della povera gente, delle famiglie che si sfasciano, perché la crisi produce conseguenze anche sui legami affettivi”.
“Per uscire dalla tempesta è necessaria unità, che non è uniformità o omogeneità, di tipo culturale”, ha aggiunto il cardinale Bagnasco, che a proposito del lavoro e della situazione del Paese si è chiesto: “Sappiamo perché dobbiamo lavorare insieme? Lo scopo ci è ancora chiaro? E abbiamo perso la fatica e il gusto di stare insieme, il Paese, il mondo delle imprese, a livello sociale e a tutti i livelli: se questo non è chiaro, tutto diventa impossibile”. Una domanda, questa, che “non riguarda solo il nostro Paese, ma il nostro Paese dentro l’Europa”.
In particolare, per il cardinale, non dobbiamo cadere nell’errore di credere che per risolvere la crisi economica sia “sufficiente qualche colpo di genio per trovare un’alchimia”. “Non siamo in presenza soltanto di una crisi lavorativa, economica, ma di una crisi culturale”; ha ribadito il presidente della Cei”, che riguardo alla drammatica situazione di Terni, Genova, Taranto e di “altre parti d’Italia” ha ripetuto l’auspicio, presente nella sua prolusione d’apertura, di “tenere il più possibile in casa i gioielli”.
“Vendere per ripianare ma poi non avere più nulla” non è “la strada più saggia”, ha ammonito il cardinale: “La storia ci insegna che laddove non c’è stato l’ancoraggio alla casa, all’Italia, in un modo o nell’altro è stata dissolta la realtà industriale”. Per affrontare in maniera adeguata l’attuale crisi economica e finanziaria, secondo il presidente della Cei ”c’è la necessità anche di immettere capitali freschi nelle industrie”, e in questo devono fare di più le imprese italiane. “La manna non viene solo da fuori Italia – ha ammonito il cardinale – c’è anche in Italia, bisogna metterla in circolazione”.
La formazione dei sacerdoti
“Voi siete italiani: conoscete la vita dei nostri sacerdoti e delle nostre comunità”, ha detto Bagnasco, affrontando quello che era proprio il tema dell’Assemblea di Assisi. “Il clero italiano – ha ricordato il presidente della Cei – ha una storia, una tradizione consolidata, appassionata, di condivisione e vicinanza alla gente”. Condivisione e vicinanza, ha spiegato il card. Bagnasco, “che non è guardare la gente da lontano con un binocolo, ma una vicinanza fisica che conosce i problemi della gente, li condivide e cerca di risolverli”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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