“Questa notte per la prima volta nel cuore dell’uomo – ha proseguito – fiorì lo stupore per la sua dignità. La coscienza della dignità di ogni persona si è accesa, per la prima volta, in questa notte. Conoscendo Dio nel bambino di Betlemme, l’uomo ha conosciuto se stesso”.
“La persona umana, se non vuole mutilare la sua ragione – ha quindi ricordato -, sente il desiderio naturale di avere risposte alla sua ricerca di senso; alla sua domanda sulla costituzione ultima della realtà. Desidera incontrare il Mistero. Desidera guardare oltre le cose penultime e mettersi in ricerca di quelle ultime. Questa notte abbiamo la risposta a questo desiderio: Dio è quel bambino posto in una mangiatoia. Dio è così grande che può farsi piccolo; così potente che può farsi inerme; così amante dell’uomo da nascere nel modo più umile: perché l’uomo non abbia paura di accostarsi a Lui; non abbia paura di condividere con Lui la sua vicenda umana”. Fonte: Agensir
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