Il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è in visita pastorale in Vietnam. Dopo aver accompagnato Papa Francesco nel suo viaggio apostolico nello Sri Lanka e nelle Filippine, il porporato si è recato nel Paese asiatico per il 400° anniversario dell’evangelizzazione e sta avendo diversi incontri con tutte le realtà della chiesa locale che rappresenta quasi il 10% della popolazione. Una chiesa viva, nonostante le limitazioni che continua a subire. Accompagnato dal presidente della Conferenza episcopale vietnamita, dal rappresentante pontificio Mons. Girelli e dall’arcivescovo di Hanoi, il card. Filoni ha incontrato nella capitale le massime autorità del Vietnam tra cui il Primo ministro. Al microfono di Roberto Piermarini l’impressione del porporato sulla Chiesa locale e gli incontri con le autorità vietnamite:
R. – È una chiesa vivissima. Ho già incontrato – qui ad Hanoi e poi anche questa mattina in una parrocchia nella diocesi di Hung Hoa – una chiesa estremamente bella, vivace, molto affettuosa, molto entusiasta. Oggi in questa parrocchia ho battezzato oltre 200 cristiani – adulti – oltre a bambini, mamme e papà. Si tratta di persone che sono per lo più tribali, i “montagnari” (al confine con Laos e Cina), cioè quelli che abitano nelle comunità della montagna. È stata una cerimonia molto bella, perché dopo il Battesimo hanno ricevuto anche la Cresima e la Comunione. Poi c’è stata una grande festa da parte di tutta la comunità per accogliere questi fratelli e queste sorelle che ora si uniscono a questa chiesa locale. Dunque, elementi questi molto sintetici per spiegare la bellezza, la vivacità di questa chiesa e tutta la disponibilità di portare avanti con Papa Francesco l’impegno missionario.
D. – Come è stato accolto dalle autorità vietnamite? Questa sua visita può essere un ulteriore passo in avanti nei rapporti tra Vietnam e Santa Sede?
R. – Penso e spero di sì. Con gradita sorpresa da parte mia, sono stato prima ricevuto dall’Ufficio governativo degli affari religiosi, quindi dal direttore e dai suoi collaboratori, con i quali ho avuto un’ora di incontro e poi tre quarti d’ora di incontro – poco più tardi – con il primo ministro del Vietnam, una persona gradevolissima, che ha già incontrato il Santo Padre e quindi ha ricordato l’incontro con Papa Francesco. Mi è sembrato di trovare molta apertura, molta disponibilità a portare avanti quel dialogo che è iniziato e che progressivamente può fare dei passi in avanti. Poi, questo pomeriggio, oltre tre quarti d’ora di colloquio con il Segretario del Partito comunista di Hanoi che è anche membro del Comitato centrale del partito comunista del Vietnam. Con lui abbiamo avuto uno scambio, un colloquio, un dialogo, molto piacevole, gradevole e anche di stima verso il popolo vietnamita, di impegno da parte dei cattolici. Ho ribadito che il dialogo è l’elemento fondamentale per la comprensione reciproca, ma che alla base del dialogo ci deve essere stima. E la stima che la Santa Sede ha per il popolo del Vietnam si traduce anche in amore, quindi non è solo un aspetto puramente formale di stima, ma che scende nel profondo e diventa affetto, amore. La Chiesa ha un profondo affetto, un profondo amore per il popolo vietnamita, in particolare per la sua comunità cristiana. Dunque mi è sembrato di cogliere elementi postivi che rafforzano quel dialogo che già c’è e che speriamo, naturalmente, possa ancora progredire. Questa mi è sembrata la linea. Al mio colloquio erano presenti il presidente della Conferenza episcopale, il Rappresentante pontificio mons. Girelli, l’arcivescovo di Hanoi: tutti abbiamo avuto questa sorpresa e piacevole impressione di una relazione che certamente può ancora crescere.
D. – Lei è stato al seguito del Papa nel viaggio recente in Sri Lanka e Filippine dove, tra l’altro, lei è stato anche nunzio. Che impressione ha avuto di questa visita papale?
R. – Personalmente devo dire che ho iniziato il mio servizio diplomatico proprio in Sri Lanka e poi l’ho concluso nelle Filippine. Dunque per me è stato quasi un ripercorrere un po’ tutto il mio servizio alla Chiesa attraverso questo particolare e specialissimo servizio diplomatico. Naturalmente, questo è avvenuto anche con due speciali circostanze: essere al seguito del Papa, quindi avere proprio la percezione diretta del carisma che il Papa riesce a manifestare e che la gente riesce ad avere rispetto al Santo Padre sia in Sri Lanka, dove non mi aspettavo – trattandosi di un Paese dove la maggioranza e buddista e dove i cristiani sono poco meno dell’8% – la presenza di una folla immensa che ha preso parte alla canonizzazione del beato Joseph Vaz – oggi santo – che io già conoscevo; è stato veramente un grandissimo missionario. Credo che la chiesa in Sri Lanka deve a lui non solo la salvezza, ma anche l’ispirazione per portare avanti l’annuncio della fede. E questo per me è stata una grazia particolare, perché vedere che l’allora venerabile Joseph Vaz oggi è santo, mi ha dato un’enorme soddisfazione. Quindi una risposta straordinaria da parte della popolazione perché credo che non c’erano solo i cattolici; c’erano 400-500mila persone. Veramente, non mi aspettavo una presenza così vivace, così forte. Poi nelle Filippine, dove un oceano immenso di persone si sono volute stringere attorno al Papa per manifestare affetto, la loro profonda gioia nonostante le grandi sofferenze che questo popolo deve avere, passando ogni anno attraverso decine di tifoni distruttivi che creano tanta sofferenza. Poi la Messa della domenica, dove nonostante la pioggia continua, con una straordinaria presenza di compostezza, la popolazione ha partecipato a questa conclusione del viaggio del Papa nelle Filippine. Poi ci sono stati tanti momenti straordinariamente toccanti come quello con i giovani, quello con i bambini, con gli ammalati … Devo dire che la mia presenza in questi luoghi in una circostanza come questa mi ha anche arricchito profondamente e spiritualmente di tutti questi doni che ho avuto e di tutte queste bellissime impressioni che ho riportato.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana