R. – Vedendo il tanto bene che si fa nel mondo attraverso Caritas non posso fare a meno di ringraziare il Signore e di sperimentare una grandissima gioia. Ho avuto il privilegio di visitare i cinque continenti, di partecipare a riunioni regionali dove ho potuto toccare con mano il bene enorme che fa la Caritas nel mondo e questa senz’altro è una grande gioia. Inoltre rivolgo un augurio affinché possa continuare a crescere. Non dobbiamo dimenticare che la Caritas funziona quando le parrocchie funzionano, quando la diocesi funziona! Non è un organismo burocratico ma è il coordinamento della tanta vita che c’è nelle parrocchie e nelle diocesi.
D. – Quali sono secondo lei le sfide più importanti che attendono Caritas Internationalis nei prossimi anni?
R. – Ci troviamo davanti ad una guerra in atto in diversi posti. Siamo quasi in una Terza guerra mondiale dispersa in diversi continenti, in diversi Paesi. La guerra in Siria, ad esempio, ci dà tanto dolore per l’indifferenza di quasi tutto il modo. Sono già quasi cinque anni di guerra, questo perché continua la vendita di armi che è un scandalo nel mondo! Un’altra sfida: quella dei migranti e delle reazioni a volte razziste nel trattare queste persone come se fossero delinquenti, nemici. Penso che il mondo debba convertirsi. Questo non è un atteggiamento cristiano! Certamente ogni Paese ha il diritto di organizzare l’accoglienza dei migranti secondo le proprie possibilità. Però non bisogna reagire come se la migrazione fosse una malattia.
D.- In queste tante sfide Caritas Internationalis potrà contare ora sull’intercessione di un nuovo patrono, il Beato Oscar Romero …
R. – Certamente l’assemblea si è raccomandata all’intercessione del futuro Beato Oscar Romero ed anche di Madre Teresa di Calcutta e San Martin de Porres.
D. – Il Papa nella Messa di apertura dell’assemblea ha detto che Caritas Internationalis non deve pensare che “basta essere ben organizzata per svolgere la sua missione”. Si può dire che questo vale anche per la riforma della Curia?
R. – Certamente! Il Santo Padre sta sempre con noi nella riforma della Curia; lui è presente a tutte le sessioni. Sappiamo che lui sa le cose. Dunque certamente è un grande e buon augurio. Lui conosce il lavoro della Caritas; era un grande fautore della Caritas quando era arcivescovo di Buenos Aires, ma tante volte “sfidava” la Caritas stessa a non essere semplicemente burocrazia, ma ad essere soprattutto sul terreno e cercare la gente concreta.
D. – Un’altra cosa che ha detto il Santo Padre nella Messa di apertura è questa: “Caritas è sempre in periferia”. Ora dopo un presidente dell’Honduras un presidente proveniente dalle Filippine. In qualche modo rispetto a Roma – se così vogliamo dire che è il centro – si sottolinea l’importanza delle periferie! Che augurio si sente di fare al cardinale Tagle?
R. – So che lui continuerà questo impegno enorme per i poveri. Lui lo vive, non che ne parli, ma lo vive concretamente. Il mio augurio è che possa continuare con grande amore a servire il mondo nella Caritas Internationalis.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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