Prosegue a Roma la plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici sul tema “Incontrare Dio nel cuore della città: scenari dell’evangelizzazione per il terzo millennio”. Domani l’incontro con Papa Francesco. La seconda giornata è stata caratterizzata dall’intervento dell’arcivescovo di Manila, card. Luis Antonio Tagle, che ha parlato della sete di Dio che caratterizza i “deserti urbani” ed ha individuato come essa sia principalmente ricerca di una nuova mediazione del rapporto con Dio, ricerca di appartenenza e di comunione e ricerca di vita. Nella sua relazione, partendo dalla realtà delle megalopoli asiatiche ed in particolare di Manila, ha indicato nella solitudine, che si vive anche quando intorno a sé ci sono migliaia di persone, l’origine della fame di un’appartenenza e di una paternità cui la Chiesa è chiamata a rispondere. I poveri delle grandi città, con la loro sete di vita, invitano, secondo il card. Tagle, a guardare alla povertà non in maniera anonima e sociologica, ma scoprendo il valore della vita e della fede di ognuno. È dall’incontro rinnovato con i poveri – ha detto – che saremo evangelizzati e le lacrime diventeranno fonte di un’acqua viva che rinnoverà le nostre vite.
Alle parole del card. Tagle ha fatto eco Giovanni Paolo Ramonda, alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha sottolineato come la condivisione con i più deboli sia fonte di una vita cristiana rinnovata. Si è svolta, quindi, una tavola rotonda alla quale ha partecipato, tra gli altri, il padre gesuita Marko Ivan Rupnik, direttore del Centro Aletti, che ha affrontato il tema della ricerca di una nuova estetica architettonica ed artistica nella costruzione di nuove chiese. “La chiesa con la minuscola – ha detto p. Rupnik – deve essere un’immagine della Chiesa con la maiuscola”. Sui lavori, ascoltiamo il cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, al microfono di Silvonei Protz della Radio Vaticana:
R. – Ci siamo accorti che il tema della città è un tema che interessa molto, che risveglia i cuori. Lo vediamo guardando le facce dei partecipanti, come reagiscono alle conferenze che vengono proposte. Infatti, il tema che abbiamo scelto per la nostra plenaria è “Incontrare Dio nella città”, città come campo di missione per la Chiesa. Evangelizzare vuol dire aiutare la gente degli ambienti urbani a incontrare Dio. E proprio questo è il nucleo delle nostre riflessioni: come aiutare la gente che vive in città a incontrare Dio.
D. – Durante il suo discorso di apertura dei lavori, lei ha parlato della teologia del popolo di Papa Francesco che è centrale anche nella sua visione della città …
R. – Infatti, Papa Francesco la città la conosce di prima mano come arcivescovo di Buenos Aires, una grande metropoli argentina. Il Papa ha un approccio molto positivo e direi anche molto realistico alla realtà della città, che è una realtà molto complessa, molto diversificata. Il Papa parla addirittura non di una cultura urbana, ma ‘delle’ culture urbane che convivono nella stessa realtà della città. Il Papa guarda la città non come a una folla di persone, una folla amorfa di persone, scollegate, solitarie, ma vede nella città, negli abitanti della città, un popolo e questo è molto interessante, perché qui bisognerebbe approfondire anche la riflessione sul concetto del popolo di Papa Francesco. E’ un concetto molto profondo, che indica un atteggiamento della gente che si sente corresponsabile della vita comune, e un’armonia – questa parola che piace al Santo Padre – un’armonia che si crea tra le persone. Quindi, il Papa propone un percorso dagli abitanti di una città ai cittadini, e dai cittadini a un popolo: una realtà organica che vive nell’ambiente urbano.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana