Il porporato ha quindi ricordato quando nel lontano 1856 il Barone Augustin Cauchy, matematico, professore della Sorbona, insieme con altri colleghi e amici laici ebbero l’intuizione di fondare “l’Œuvre des Ecoles d’Orient”, allo scopo di “aiutare i cristiani che ininterrottamente sino ad allora avevano continuato ad abitare nei luoghi della salvezza e della prima predicazione apostolica”. L’ Œuvre d’Orient – ha evidenziato il Cardinale Sandri – “non la poterono fermare i tanti ostacoli, per esempio legati al diffondersi entro i governi europei sin d’allora della mentalità anticristiana, nè i drammi dei cristiani ai quali sin da subito l’Œuvre si trovò a rispondere”.
Il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha poi esortato i fratelli presenti alla Messa a ringraziare il Signore per i doni che attraverso L’ Opera d’Oriente “sono fluiti alla Chiesa di Francia e nel mondo”. “Non saremmo davvero nulla, se dalla Terra di Gesù seguendo il suo comando – ha spiegato il cardinale Sandri – non avessimo ricevuto l’annuncio della Buona Novella”. Entrando in dialogo con i nostri fratelli e sorelle che là vivono da quasi due millenni, possiamo fare l’esperienza di quanto ha detto Mosè nella prima lettura: “Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? (Dt 4, 32). “L’ Œuvre d’Orient – ha proseguito il porporato – accompagna e sostiene la loro fede, che è stata purificata nel crogiuolo della sofferenza, e lo è anche ai giorni nostri attraverso lo scatenarsi delle forze oscure che paiono inarrestabili”. “La testimonianza incessante che ne riceviamo – ha aggiunto – ci aiuta ad essere più coraggiosi nel professare la nostra fede e nel difendere la dignità dell’essere umano, dal suo concepimento fino alla morte naturale, quella del matrimonio tra l’uomo e la donna quale fondamento della società, quella del lavoratore, del povero e dell’esule”.
Il cardinale Leonardo Sandri ha infine fatto riferimento alle 400 scuole e ai più di tre milioni di poveri che vengono aiutati dall’ Œuvre d’Orient, infatti “è anche grazie all’Œuvre d’Orient – ha detto il prefetto – che è potuta crescere la sensibilità ecclesiale per cui l’accoglienza dei figli e delle figlie provenienti dalle antiche chiese dell’Oriente avviene rispettando e promuovendo come una risorsa per tutte le comunità il mantenimento del patrimonio liturgico, disciplinare e spirituale che li contraddistingue”. Il cardinale Sandri ha concluso l’omelia chiedendo alla Madonna la pace di suo Figlio “alla Siria, all’Iraq, all’Ucraina”; “la riconciliazione piena ai figli e alle figlie dei popoli armeno e assiro-caldeo”; la “benedizione di Gesù per l’Œuvre d’Orient” e la capacità di seguire l’esempio di Papa Francesco, “che ama l’Oriente ed sempre assicura ad esso la sua vicinanza”.
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