“Il sacerdote, testimone della misericordia”: questo il titolo del Giubileo dei sacerdoti, che si è concluso ieri al Santuario di Lourdes. Un grande appuntamento nel quadro del Giubileo della Misericordia, che è stata l’occasione per permettere ai sacerdoti di vivere anch’essi un percorso personale nell’ambito dell’Anno Santo. Molti i sacerdoti che vi hanno preso parte. Alcuni giunti da molto lontano, dalle “periferie”, come mons. Dominique You, vescovo di Conceiçao do Araguia in Brasile, che ha animato una conferenza dal tema: “La misericordia alla scuola dei poveri”.
Mons. Nicolas Brouwet, vescovo di Tarbes e di Lourdes, in un invito ai sacerdoti aveva scritto: “un tempo a voi dedicato affinché possiate, nella calma e nella preghiera, sostenuti dalla fraternità sacerdotale, accogliere i doni che il Signore vuole farvi durante quest’Anno Giubilare”. L’incontro è stato presieduto dal cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. Il cardinale spiega al microfono di Hélène Destombes il senso di questa iniziativa, che si è svolta un mese dopo il Giubileo dei sacerdoti, tenutosi a Roma dal 1° al 3 giugno:
R. – Lourdes è sempre il luogo della riflessione, della memoria cristiana e mariana. Qui, davanti alla Madonna, le esperienze sono profonde, soprattutto per i sacerdoti, ed è bello trovare la comunità dei confessori. Per loro l’esercizio della misericordia è di grande attualità. E’ bello sentire questi preti che confessano ed è bello sentire nel nostro cuore di sacerdoti e di vescovi questo appello alla conversione. Proprio nello sguardo della Madonna – come ha detto il Papa – lasciandoci guardare dal volto di Maria, apprendiamo veramente a sentire la misericordia e quindi, nell’esperienza personale, a saperla dare con generosità, con grande cuore e con grande discernimento anche di situazioni complesse che sono del mondo di oggi e delle nostre comunità cristiane.
D. – A questo incontro hanno partecipato diversi preti giunti da lontano, dalle periferie. La loro presenza ha alimentato la vostra riflessione?
R. – Sono sacerdoti che vivono la parrocchia. Penso che la maggior parte siano proprio sacerdoti in ministero di anime. Sono, quindi, quei semplici soldati, che hanno il primo impatto con le sofferenze del cuore, con le sofferenze della vita di tanti cristiani. Ed è bello sentire questi preti che portano le loro aspettative e anche le loro difficoltà. Io dicevo loro di tener presente che anche l’esortazione del Papa “Amoris laetitia” è per coloro che vivono queste esperienze difficili, ma che è soprattutto il prete ad essere interpellato, perché tocca soprattutto al pastore di anime portare la consolazione, portare l’aspettativa della misericordia laddove ci sono queste sofferenze del cuore, nella storia dei nostri cristiani in difficoltà per ragioni di matrimonio. Sono, quindi, sacerdoti estremamente sensibili alle problematiche della misericordia, proprio perché le portano tutti i giorni nel loro cuore e nei loro contatti con queste famiglie in difficoltà.
D. – Il prete: testimone della misericordia, attore della misericordia. Il Santo Padre durante il Giubileo dei preti a Roma, all’inizio del mese di giugno, aveva chiamato i preti ad “esagerare nella misericordia”…
R. – E’ una parola che è bella nella bocca del Papa, perché il Papa stesso ci insegna questo cuore grande, magnanimo, però allo stesso tempo esigente e coerente. Bisogna portare nel ministero questo cuore grande, che presenti anche però la radicalità del Vangelo, che presenti le esigenze profonde della Parola di Dio, un po’ come il Papa ci dà l’esempio: un grande cuore nell’accoglienza, ma anche un grande coraggio nell’annuncio della bellezza e della profondità del Vangelo.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)