Le parole del card. Bagnasco partono dalla costatazione di ciò che sta accadendo in questi giorni. “Siamo letteralmente alluvionati da notizie che spaventano per la violenza e la barbarie, afferma, l’orrore circola nel mondo, dietro la porta accanto o lontano. Pensiamo poi alla crudele persecuzione che tormenta e uccide tanti cristiani e altre minoranze religiose in Iraq, Nigeria, in diverse parti della Terra. Dobbiamo ad una voce gridare che sono crimini contro l’umanità. Dobbiamo gridare che se dalla comunità internazionale non si leva univoca, forte e insistente, la condanna e la presa di distanza dalla inaccettabile vergogna, questo è un atto di viltà imperdonabile”. E continua: “Non possiamo tacere davanti al progetto in atto di cancellare la presenza cristiana dalla Terra Santa come da altri luoghi”.
La condanna e l’appello al rispetto dei diritti umani deve diventare però, secondo il presidente della Cei, preghiera e testimonianza convinta: bisogna uscire dall’indifferenza, da una fede stanca, uscire allo scoperto con la gioia del Vangelo. Di fronte ad un quadro fosco del mondo c’è da chiedersi: quale sarà il futuro? “A questa inquietante domanda rispondo – afferma il card. Bagnasco – con ciò che ho visto nella mia Visita Pastorale”. “Ho visto la vita buona che brulica: ho visto la bontà dei volti e dei gesti, la sincerità della fede, la dedizione fino all’eroismo nelle famiglie… in una parola, ho visto i mille volti del bene e della bellezza”. E’ importante accorgersi di quest’altra faccia della realtà e capire che chi vive secondo i valori dell’onestà, del dovere e della fedeltà, non è solo. Sì, è la convinzione del porporato, il mondo non è un deserto violento e barbaro, il bene ancora fiorisce e vincerà.
Il cardinale Bagnasco guarda poi al problema cruciale di cui soffre anche Genova: la disoccupazione. La crisi si sta prolungando, cresce la folla che ogni giorno si rivolge alla Chiesa per chiedere aiuto e la Chiesa, confida il cardinale, non si nasconde e, senza pubblicità, si muove per contribuire al bene della città innanzitutto della gente più indifesa, tiene contatti con istituzioni, imprenditori, sindacati, perché possa esserci una ripresa. Infine Bagnasco affida alla Madonna il luogo simbolo di Genova: il porto anch’esso in crisi. Resistere e insistere, conclude, il coraggio non manca e le vie si trovano. Il servizio è di Adriana Masotti per la Radio Vaticana
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