Il drammatico attentato in Tunisia, l’anno Santo della misericordia e il fenomeno della corruzione. Sono i temi su cui si è soffermato il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, poco prima di partecipare a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria, all’incontro per celebrare il 25.mo anniversario del ripristino delle relazioni diplomatiche tra Romania e Santa Sede. Queste le parole pronunciate al microfono di Amedeo Lomonaco dal porporato che condanna innanzitutto la strage in Tunisia:
R – Una cosa crudelissima e inumana, veramente inconcepibile. Da condannare nei termini più assoluti. E si deve sapere che, in nome di Dio, non si commettano più violenze.
D – Quali frutti porterà l’Anno Santo della Misericordia?
R- Come diceva Giovanni Paolo II la misericordia è la medicina di Dio per i mali dell’umanità. Io spero che, in questo Anno Santo, questa medicina venga usata in dosi massicce e che quindi riesca a curare davvero tutti i mali e le ferite di cui questa società soffre.
D – E tra i mali della società c’è anche la corruzione che colpisce in particolare l’Italia…
R – C’è anche questo. Anche di questo bisogna essere guariti. La medicina funziona se c’è anche la disposizione del soggetto a riceverla e a lasciarla lavorare. Questo significa un impegno forte da parte di tutti e di ciascuno per combattere questo fenomeno e per vivere in maniera onesta, per essere onesti e integri in tutti gli ambiti della vita.
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana