R. – Noi di Caritas Siria siamo pronti ad aiutare la gente; veramente, non ho comunicazione regolare con Damasco, non c’è internet ad Aleppo da almeno due settimane e più. Ho parlato con il direttore esecutivo di Caritas che si trova a Damasco, mi ha detto che la situazione è molto complicata. Ci sono tanti problemi. Noi come Caritas non abbiamo la possibilità di andare sul campo; la cosa che possiamo fare è accogliere le famiglie che arrivano: questa è la nostra politica. Non possiamo andare sul posto della guerra, con una situazione di guerra civile, di pericolo, di distruzione, di violenze … Anche la gente di Damasco non sa esattamente cosa succede a Yarmouk.
D. – Qual misure sarebbero necessarie per liberare il campo di Yarmouk?
R. – Il nostro appello come Chiesa e come cristiani e come Caritas è che a livello internazionale si collabori per fare la pace in Siria. Non bisogna mandare armi a questi estremisti e mantenere così la situazione di guerra: è necessario non vendere armi, non distruggere un Paese e il suo futuro.
D. – Lei è ad Aleppo dove, anche, la comunità cristiana è in pericolo. Ieri il Papa ha detto di pensare spesso a questa città, un tempo sicura e anche in grado di accogliere allora gli armeni. Oggi che città è Aleppo?
R. – Dopo quello che è successo a Idlib, nei pressi di Aleppo, dove questi estremisti del sedicente Stato Islamico hanno cacciato i cristiani, qui ad Aleppo abbiamo paura che succeda la stessa cosa. Questa è la terribile paura della gente e delle famiglie.
D. – Nei giorni scorsi, tra l’altro, è morto anche un operatore di Caritas Siria …
R. – Sì, sì: un amico, Safouh al-Mosleh. E’ morto perché il suo appartamento è stato colpito da una bomba che ha danneggiato anche tre cattedrali: la maronita, la greco-cattolica e la armeno-cattolica, tutte e tre molto colpite. E questo veramente trasmette un grande senso di paura.
D. – Vi arriva comunque la vicinanza di Papa Francesco…
R. – Lei me ne ha parlato adesso, io non lo avevo sentito: abbiamo grandi problemi con internet, di comunicazione … non c’è elettricità … non lo sapevo! Ma Papa Francesco ci porta nel suo cuore, nei suoi pensieri e fa tutto ciò che può per aiutarci. Preghiamo che ci sia una soluzione a questo problema, che ora è diventato internazionale con interessi economici, legati soprattutto alla vendita di armi e petrolio: questo è il problema! Non è un problema di libertà, di democrazia, di diritti umani come dice la propaganda, soprattutto in Europa …
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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