E tu, libero come il vento che soffia a primavera, sei andato per la “tua” strada. Come Gesù, l’hai imboccata, pur sapendo che a “Gerusalemme” ti avrebbero arrestato, flagellato e messo in croce. «Dio te ne scampi, Signore, questo non ti accadrà mai», disse Pietro al Cristo mentre, indurito il volto, si incamminava verso la città santa. Ma per questo “consiglio” inopportuno fu da lui aspramente redarguito. No, a Gerusalemme, quando il momento è giunto, si va. Con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore, se Lui lo chiede, si deve andare. Invocando il Padre: «Se puoi trapassa da me questo calice …» ma aggiungendo subito: «Non la mia, la tua volontà sia fatta …». Peppino mio, come è umano Gesù nell’orto. Quanta tenerezza suscita la sua agonia. Non è un eroe pur essendo pronto per essere inchiodato. Peppino, posso dirtelo? Come somigli a Gesù, tradito e sanguinante nell’uliveto benedetto. Come Lui hai versato il sangue per riscattarci dall’infamia che da anni vuole tenerci prigionieri. Sai? Non te l’ho detto mai, ma da quella mattina – son passati 20 anni – la nostra vita non è più la stessa. La tua morte ha segnato in modo indelebile la nostra diocesi di Aversa e la Chiesa italiana. Il tuo impegno, il tuo coraggio, il tuo sangue hanno marchiato a fuoco il nostro territorio. Dal tuo seme marcito nella nostra bella terra campana sono nate spighe meravigliose. La tua giovane esistenza, la tua fede, il tuo sacerdozio, il tuo martirio hanno impreziosito la nostra antica e fiera Chiesa aversana. Tu non sei morto, sei più vivo che mai. Prega per noi. Perché mai più nessuno abbia a soffrire e a morire per la sua fede. Perché termini come “camorra” e “mafia” siano banditi da tutti i vocabolari del mondo. Perché i fratelli camorristi possano pentirsi e chiedere perdono. Perché i sentimenti di giustizia e misericordia invadano i cuori di tutti gli uomini creati a immagine di Dio. Prega per questa tua terra maltrattata e bella perché da “terra dei fuochi” ritorni orgogliosamente a essere “terra di lavoro”, “Campania felix”. Padre Maurizio PATRICIELLO
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