Cattiva tv, nessuno (o quasi) paga

L’Agcom multa la Rai per aver trasmesso pochi secondi di nudo tratti dal film Nymphomaniac presentato alla Mostra del cinema di Berlino nel 2014. Ma assolve Mediaset per la porno-domenica andata in onda alle due del pomeriggio su Canale 5 perché non mostra «tratti di morbosità » e anche per le scene di violenza del telefilm Hannibal in quanto il parental control è un sistema «idoneo» a salvaguardare i baby spettatori. Se si vuole avere la prova del meccanismo ingolfato (e inefficace) che dovrebbe proteggere i ragazzi dalla “cattiva tv”, basta scorrere la relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, appena presentata al Parlamento.

Lo scorso anno sono state soltanto sette le sanzioni inflitte dall’Agcom alle emittenti della Penisola, colpevoli di proporre programmi violenti, scabrosi e volgari. E altri cinque procedimenti sono stati archiviati. Le ragioni dei “proscioglimenti” ? Le trasmissioni impugnate non intaccavano «lo sviluppo psico-fisico del minore» oppure potevano essere oscurate dal filtro elettronico installato sui televisori di ultima generazione (sempre che il padrone di casa si fosse ricordato di attivarlo). Cifre irrisorie, quelle delle trasmissioni a rischio per bambini e adolescenti passate sotto la lente dell’Authority, vista la mole di programmi a sfondo sessuale, con linguaggio scurrile o sequenze raccapriccianti che vanno in onda sui canali italiani, sia gratuiti sia a pagamento.

Però le nuove regole varate da Governo e Parlamento negli ultimi anni permettono di trasmettere di tutto e in ogni momento della giornata perché esistono «accorgimenti tecnici» che impediscono ai più piccoli di vedere i programmi nocivi: il parental control, appunto. Peccato che i genitori debbano impostarlo e due famiglie su tre ammettano – nelle rilevazioni statistiche – di non utilizzarlo. Si spiega anche così l’“assoluzione” di Italia1 che aveva trasmesso alle 21 una puntata di Hannibal in cui si vedevano «con dovizia di dettagli gli effetti sulle vittime di violenza»: immagini per le quali, scrive l’Agcom, «l’emittente ha adottato tutti gli accorgimenti tecnici volti a escludere i minori » dalla visione.

Nella relazione dell’Autorità il presidente, Angelo Marcello Cardani, ammette che il controllo parentale insieme con i nuovi criteri di classificazione per le trasmissioni gravemente nocive ha avuto «un considerevole effetto deflattivo delle violazioni». Come a dire: si sono allargate le maglie prevedendo meno casi sanzionabili e quindi si registrano meno infrazioni. Ma aggiunge anche che si è avuto «un allineamento del comportamento delle emittenti alle indicazioni» rinnovate. Un risposizionamento scontato dal momento che le regole su tv e minori oggi in vigore sono ben più vantaggiose per le stazioni rispetto a quelle del passato e consentono di assemblare palinsesti senza argini non avendo timore di incorrere in penali.

Le sette multe inflitte nel 2014 sono andate dai 50mila ai 7.500 euro. E hanno riguardato quattro trasmissioni della Rai, due di Mtv e una dell’emittente locale Videostar. Mano pesante soprattutto nei confronti della tv di Stato, mentre l’Autorità è stata più indulgente con Mediaset che ha ottenuto l’archiviazione di due trasmissioni controverse. Nessuna contestazione per Sky la cui programmazione è spesso finita nel minino delle associazioni di spettatori e famiglie che hanno denunciato scene di sesso esplicito, aggressive o triviali. Ma il il gruppo di Murdoch non ha mai firmato il codice autoregolamentazione “Tv e minori”.

Comunque non sono soltanto i dati a dire che qualcosa non va. Le sanzioni dell’Agcom verso la Rai hanno avuto al centro fatti di «lieve entità», come nota la stessa Autorità. Viene multata Rainews24 per il trailer del film in concorso a Berlino; è “condannata” Raidue per l’immagine di un cadavere durata tre secondi nel telefilm Castle; e viene punita Rai4 per il serial «crudele» Freelancers e per un episodio di Medium che mostra per dieci secondi un corpo insanguinato gettato nel cassonetto. Invece Mtv è stata multata due volte per il reality
Gandia shore in onda nel pomeriggio e in prima serata dove un gruppo di giovani ha « rapporti promiscui » , usa alcol e si affida a un « linguaggio scurrile» . Decisione benevola dell’Autorità verso Domenica live di Canale 5, sommersa di critiche e polemiche per la puntata sull’“Italia a luci rosse”: secondo i commissari del-l’Authority, è tutto a posto in quanto il programma non aveva « un contenuto osceno » .

Gran parte dei procedimenti Agcom non è scaturito d’ufficio, ma deriva dalle istruttorie del Comitato media e minori che, però, negli ultimi due anni ha ridotto al minimo i suoi interventi: sia a causa delle nuove regole “liberali” sulla programmazione televisiva, sia per il freno tirato anche dalle emittenti che lo compongono. Prima della paralisi, l’organismo di controllo aveva riscontrato 63 violazioni nel 2011 cui si aggiungevano 25 segnalazioni dirette all’Autorità.

Di Giacomo Gambassi per Avvenire

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