Altissima tensione nel Caucaso fra Armenia e Azerbaigian: si combatte nella regione autonoma del Nagorno Karabakh, dove l’esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva.
Gli indipendentisti armeni affermano di aver inflitto “perdite” al nemico e il ministero della difesa armeno da Erevan fa sapere che due elicotteri militari azeri sono stati abbattuti.
I separatisti armeni – ricorda l’Agenzia ANSA – della regione autonoma azera del Nagorno Karabakh hanno dichiarato la legge marziale e la “mobilitazione generale” dopo che le forze armate dell’Azerbaigian hanno lanciato la loro controffensiva. Nel frattempo, sia il governo di Baku che i ribelli separatisti redono noto che i combattimenti nel Nagorno karabakh stanno provocando “molte vittime” nella popolazione civile. Le forze dell’Azerbaigian hanno ucciso 16 uomini delle truppe separatiste armene nel Nagorno Karabakh, hanno reso noto
fonti di Baku.All’alba le forze azere hanno iniziato un’offensiva nella regione autonoma contesa del Nagorno Karabakh per “neutralizzare le forze belliche dell’Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile”, secondo quanto comunicato dal governo di Baku. Il governo di Erevan non ha neanche tentato di nascondere i suoi fini: “Stiamo tutti uniti dietro al nostro stato e il nostro esercito (…) e vinceremo. Lunga vita al glorioso esercito armeno”, ha postato su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan, dopo la notizia dell’abbattimento da parte dei ribelli filo-armeni di due elicotteri azeri. Si tratta della peggior crisi armeno-azera dal 2016. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra per procura negli anni Novanta, che ha lasciato in terra circa 30.000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell’Unione sovietica. Dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi, che però non sono mai arrivati a una pace, malgrado la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia attraverso il cosiddetto Gruppo di Minsk.
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