Chiameremo Chiara la neonata down lasciata in ospedale da chi l’ha portata in grembo fino al parto. Chiara come augurio perché il suo futuro possa essere luminoso, limpido, delicato ora che è tra le braccia del suo nuovo papà, per adesso ancora aspirante genitore.
Una vita a due per Chiara, una decisione storica per il Tribunale per i minorenni di Napoli. Dopo il rifiuto delle famiglie in lista d’attesa per l’adozione, i giudici hanno preso in considerazione la richiesta, fatta tempo prima da un single, di potersi prendere cura di un bambino con disabilità.La storia di Chiara poteva essere drammatica, come purtroppo tante altre, anche se diverse: orfana, affetta dalla sindrome di Down, rifiutata da chi l’ha concepita, per sempre forse chiusa in una casa famiglia o in un istituto. E in effetti la vita della piccola è cominciata da una cascata di “no”, forse non brutali, ma tristi, carichi di rinunce. Ed è così che una bimba di poche settimane si è ritrovata, da sola, sull’uscio di un ospedale di Napoli.
Un parto anonimo: la neonata resta, la donna, che l’ha partorita e non l’ha riconosciuta, come permette la legge, lascia l’ospedale e scompare. Del padre nessuna traccia. Una neonata lasciata in balia degli eventi. Ed è per questa ragione che il caso della bimba viene immediatamente segnalato dall’ospedale al Tribunale per i minorenni di Napoli. Scatta quindi la ricerca di una nuova famiglia. Il tribunale contatta sette coppie in lista di attesa per un’adozione, ma incassa un secco rifiuto. La prospettiva, anzi il terrore, di una vita tutta in salita. L’incapacità di adempiere al proprio ruolo di genitore e una diagnosi che si abbatte come una condanna, per Chiara. Ma i giudici e gli assistenti del tribunale non si arrendono: quella neonata non è uno “scarto”, ha diritto di vivere in famiglia come tutti i bambini. Ci si rivolge ai Servizi sociali, presumibilmente si contattano le associazioni sul territorio. Scorrendo l’elenco degli aspiranti genitori spunta il nome di uno scapolo che già da qualche tempo ha inoltrato la richiesta di potersi prendere cura di un piccolo disabile, senza porre alcuna condizione.
La legge che regola l’adozione, sia nazionale sia internazionale, prevede in qualche modo anche delle eccezioni e nei casi di grave disabilità del piccolo orfano, consente la possibilità di giudicare idoneo anche chi non vive in coppia. Facendo leva sulle adozioni speciali previste dalla legge 184 del 1983, si apre il canale per il futuro genitore della neonata. La bimba sarà assegnata in pre affidamento, secondo la legge: il giudice, prima di giungere a una pronuncia definitiva, dovrà accertare il buon inserimento del neonato nella famiglia adottiva imponendo un periodo di prova in cui si occuperà di monitorare la sua nuova condizione. Si verificheranno le condizioni e le parentele dell’aspirante papà. Un tempo che dovrebbe durare intorno ai dieci mesi. E Chiara non resterà abbandonata a un destino che non ha scelto.
Fonte www.avvenire.it
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