Il Pontificato di Papa Francesco, ha portato tante “novità”. La Chiesa italiana di cui il Papa è il primate, ha ricevuto fin dalla sua elezione indicazioni pastorali precise. Dopo decenni di discussioni (fu Giovanni Paolo II, agli inizi degli anni Ottanta, a porre la questione), i vertici dell’episcopato italiano –secondo il desiderio di Francesco-, potranno decidere tramite votazione il Presidente. Bergoglio, è determinato a porre fine all’anomalia che distingue la conferenza episcopale italiana da tutte le altre. Il procedimento di revisione dello Statuto è stato avviato, secondo le disposizioni del cardinal Bagnasco. La conferenza episcopale italiana è pronta a valutare cambiamenti alla procedura di nomina dei propri vertici per fare proprie le indicazioni papali. Questo pomeriggio avrà inizio il Consiglio di presidenza della CEI. Le indicazioni delle consultazioni hanno avuto un esito imprevisto. La maggioranza dei vescovi italiani non vuole eleggere il presidente della Cei ma preferisce sottoporre al Papa un elenco di nomi lasciando a lui la decisione finale. È questo il parere prevalente che è emerso dal sondaggio effettuato tra le conferenze episcopali delle diverse regioni italiane, del quale si discuterà nel Consiglio permanente, che si apre questo pomeriggio con la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco. Era stato il Papa a chiedere questa consultazione per rivedere gli statuti della Cei e per arrivare – nel caso la maggioranza dei vescovi lo desiderasse – all’elezione diretta del presidente, così come accade in ogni altro Paese del mondo. Dopo averne discusso, ogni conferenza episcopale regionale ha inviato a Roma, nella sede della Cei, una relazione riassuntiva, contenente l’indicazione maggioritaria fra i vescovi della regione. E a prevalere è stata la volontà di lasciare al Papa “primate d’Italia”
la nomina del presidente. Non bisogna però immaginare che tutto rimarrà come prima. I vescovi infatti appaiono intenzionati a rendere istituzionale, e dunque inserire nello statuto, un’ampia consultazione, che li coinvolga nell’indicare una rosa di nomi da sottoporre al Pontefice. In passato erano avvenute delle consultazioni riservate, anche se non sempre poi se n’era tenuto conto.
A cura della redazione Papaboys