Damasco, 16. Centinaia di civili sono stati sequestrati da miliziani del sedicente stato islamico (Is) nella Siria orientale, in una zona dove sono in corso combattimenti tra jihadisti e forze curdo-siriane sostenute dagli Stati Uniti. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (voce dell’opposizione in esilio a Londra) riferisce che la maggior parte dei civili rapiti nel distretto di Hajin, nella valle dell’Eufrate a ridosso del confine con l’Iraq, siano donne, siriane e straniere. Tra i rapiti, inoltre, ci sarebbero anche numerosi bambini.
Nella zona di Hajin è in corso un’offensiva curdo-siriana, con la partecipazione anche delle forze della coalizione internazionale, contro l’ultima sacca di resistenza jihadista vicino al confine iracheno.
Intanto, si fa sempre più complessa la situazione a Idlib, dove la tregua — scattata in seguito all’accordo tra Russia e Turchia — inizia a vacillare. In una dichiarazione rilasciata ieri, il gruppo Hayat Tahrir Al Sham ha lanciato un appello a tutti i gruppi jihadisti per lanciare un’offensiva contro le forze russe nell’area. «Combatteremo per realizzare gli obiettivi della nostra rivoluzione, che sono rovesciare il governo siriano, il rilascio dei nostri prigionieri e il ritorno in sicurezza dei rifugiati alle loro case» si legge in un comunicato del gruppo.
Sono stati riaperti ieri due valichi frontalieri della Siria: un importante segnale di graduale stabilizzazione nell’area dopo anni di conflitto. I governi siriano e giordano hanno annunciato oggi, tramite i rispettivi media, la decisione di riaprire il valico di Nassib, mentre i media israeliani hanno riportato la notizia della decisione di riaprire il valico di Qunaytra, sulle alture del Golan, che separa la Siria dall’area controllata da Israele. I passaggi erano stati chiusi a causa dei combattimenti. Mentre il valico di Nassib sarà aperto a uomini e merci, quello di Qunaytra consentirà il passaggio soltanto a personale della missione Onu nell’area. «Il Comitato tecnico tra Giordania e Siria ha concordato sui dettagli finali» ha detto il portavoce del governo giordano Juman Ghuneimat all’agenzia Petra, in merito alla riapertura del valico con la Siria. Il valico di Nassib è considerato — ha proseguito — «una vitale linea per il commercio tra Giordania, Siria e altre nazioni». Un portavoce dell’esercito israeliano, dal canto suo, ha sottolineato che «l’apertura del valico contribuirà ad applicare l’accordo di disimpegno del 1974 tra Israele e Siria, che stabilisce una zona cuscinetto e demilitarizzata tra i due stati». Il portavoce ha poi ricordato che «Israele e l’esercito siriano hanno cercato nei mesi scorsi, in collaborazione con l’Onu e Stati Uniti, di far ripartire le attività del valico, dando la precedenza alla missione delle forze Onu, che mira alla stabilità nella regione».
L’Osservatore Romano, 17 ottobre 2018
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