Categorie: Pax et Justitia

Cento anni fa il massacro di 1,5 milioni di armeni.

Cento anni fa, a Costantinopoli, cominciava il massacro degli armeni, durato vari anni. E’ stato, secondo molti storici – e Papa Francesco – il primo genocidio del XX secolo, che di genocidi ne ha vissuti non pochi: quello assiro e greco, insieme a quello armeno, e poi l’Holodomor, il genocidio voluto da Stalin per punire gli ucraini, e poi la Shoah, e la Cambogia, e quello del Ruanda. Concetto e parola “genocidio” sono negati dal governo turco, attivamente, con ogni forma di pressione politica ed economica.

Decine di capi di Stato, tra cui il francese Francois Hollande e il russo Vladimir Putin, si sono uniti nel minuto di silenzio che ha segnato ad Erevan l’inizio della cerimonia che commemora il 100esimo anniversario del genocidio degli armenti. Guidati dal padrone di casa, il presidente, Serzh Sarkisian, i leader presenti hanno deposto un fiore sul memoriale dove sono ricordati gli 1,5 milioni di armeni uccisi nelle mani delle truppe ottomane tra il 1915 ed il 1917. I recenti progressi nel riconoscimento del genocidio armeno devono aiutare a “dileguare le tenebre di cento anni di negazionismo”, ha detto Sarksyan nel suo intervento.


Il presidente russo Vladimir Putin ha aggiunto che “non c’è e non può esserci alcuna giustificazione al genocidio di un popolo. Oggi piangiamo insieme al popolo armeno”. Simili le parole del presidente francese Hollande: “Non dimenticheremo mai la tragedia che il vostro popolo ha attraversato”.

Per l’Italia sono presenti i presidenti delle commissioni Esteri di Senato, Pier Ferdinando Casini, e Camera, Fabrizio Cicchitto. Ieri le vittime del genocidio armeno sono state dichiarate sante dalla Chiesa armena nonostante le critiche della Turchia che rifiuta il termine ‘genocidio’.

Gli armeni stimano in un milione e mezzo le persone uccise in maniera sistematica tra il 1915 e il 1917, durante gli anni dell’impero ottomano e una ventina di Paesi, tra cui la Francia e la Russia, hanno riconosciuto che si tratta di genocidio. La Turchia però rifiuta il termine e parla di una guerra civile in Anatolia con conseguente carestia, nella quale morirono tra i 300mila e i 500mila armeni e turchi.

A cura di Redazione Papaboys fonti: Avvenire e La Stampa

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