Papa Francesco ha iniziato la sua missione di Vescovo di Roma e 266° Pontefice della Chiesa Cattolica con uno sguardo particolare rivolto alla gioventù, e non solo consequenziale al grande incontro della Giornata di Rio de Janeiro conclusa da pochi giorni. Un Papa sa bene che la gioventù è la speranza, e la Chiesa tutta ripone nei giovani l’attesa dell’annuncio del Vangelo e tutta la fiducia necessaria – anche se non sempre lo dimostra. Nelle Intenzioni di preghiera del Papa nel maggio 2013 ad esempio, c’era questa richiesta missionaria: “Perché i Seminari, specialmente delle Chiese di missione, formino pastori secondo il Cuore di Cristo, interamente dedicati all’annuncio del Vangelo”.
E come dimenticare l’appello lanciato durante la Domenica delle Palme, nella Giornata Diocesana della Gioventù, celebrata in tutte le diocesi del mondo: “Non lasciatevi rubare la speranza, per favore, non lasciatevi mai rubare la speranza!”. Portate la “gioia” di Cristo “in tutto il mondo, fino alle periferie”. Non fatevi illudere dalla “sete di denaro”: “nessuno lo può portare con sé, il denaro lo deve lasciare”.
Ma c’è una dichiarazione del Papa che non è ancora troppo emersa, e ci piace invece metterla in evidenza. E’ contenuta nella lunga intervista (trasmessa domenica 28 luglio nel corso del programma Fantástico dell’emittente brasilianae Globo) che Francesco ha rilasciato in spagnolo giovedì 25 luglio, durante il viaggio a Rio de Janeiro, a Gerson Camarotti, di GloboNews. In maniera semplice e spontanea – come da stile – il Papa ha pronunciato parole forti. Da rileggere, insomma, e con attenzione, perchè contengono novità e stimoli. (Per un piccolo aiuto abbiamo evidenziato in neretto le dichiarazioni più interessanti ndr)
Il giornalista chiede: “Vorrei sapere qual è il suo messaggio ai giovani brasiliani. Il suo messaggio giunge in un momento in cui i giovani sono nelle strade del Brasile, per protestare e mostrare la loro insoddisfazione in modo molto forte. Vorrei sapere qual è il messaggio per questi giovani”
Ed il Papa risponde: In primo luogo devo dire chiaramente che non conosco i motivi delle proteste dei giovani. Allora se dico qualcosa senza chiarire questo, faccio del male, faccio del male a tutti, perché do un’opinione senza conoscere i fatti. Con tutta franchezza le dico: non conosco bene perché i giovani stanno protestando. Secondo punto: un giovane che non protesta non mi piace. Perché il giovane ha l’illusione dell’utopia, e l’utopia non è sempre negativa. L’utopia è respirare e guardare avanti. Un giovane ha più freschezza, meno esperienza della vita, è vero. A volte l’esperienza della vita ci frena. Ma ha più freschezza per dire le sue cose. Un giovane è fondamentalmente un anticonformista. E questo è molto bello! È qualcosa che tutti i giovani hanno in comune. Io direi, in generale, che bisogna ascoltare i giovani, dare loro spazio ed espressione, e prendersi cura di loro perché non vengano manipolati. Poiché così come esiste la tratta di persone – il lavoro schiavo, tante forme di tratta di persone – io oserei dire una cosa, senza offendere: ci sono persone che mirano alla tratta dei giovani, manipolando questa speranza, questo anticonformismo. E così rovinano la vita dei giovani. Perciò attenzione alla manipolazione dei giovani. I giovani vanno sempre ascoltati. Attenzione. Una famiglia, un padre, una madre che non ascoltano il figlio giovane, lo isolano, generano tristezza nel suo animo e non si arricchiscono. I giovani hanno sempre ricchezza, chiaramente con inesperienza. Ma bisogna sempre ascoltarli. E difenderli da manipolazioni strane, di tipo ideologico, sociologico. Bisogna ascoltarli e dare loro uno spazio di ascolto”
E voi cari amici, che cosa ne pensate?
Francesco Rossi / Redazione Papaboys
Io ho quasi 18 anni e non mi piace protestare, ed allora non piaccio a Francesco? 🙂
Dai Carlo! E’ ovvio che la protesta non è obbligatoria!!!