p. Divo Barsotti, teologo, fondatore della Comunità monastica dei Figli di Dio, spiega da un punto di vista teologico il motivo delle apparizioni mariane e il perché Ella appaia così tanto.
Che cosa vuol dire che la Madonna appare? E’ una domanda un po’ generica, perché non riguarda né tempi né luoghi; non considera tutte le situazioni storiche, culturali, sociali che accompagnano questi eventi. E’ l’apparizione come tale che pone il problema. Ci viene in aiuto la teologia orientale con la sua interpretazione dell’episodio evangelico della trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-8). Secondo questa teologia non fu Gesù a cambiare trasfigurandosi agli occhi degli Apostoli, ma furono gli occhi degli Apostoli che divennero capaci di accogliere la luce di Dio. Noi non possiamo pensare che Dio sia lontano da noi; Egli è più intimo a noi di noi stessi, ma se questo è vero per il Signore lo è anche per la Madonna: potrebbe una mamma stare lontano dai figli? Potrebbe una mamma non occuparsi di loro?
Il primo motivo quindi delle apparizioni di Maria è il fatto che l’apparizione risponde a un’esigenza vera, propria dell’uomo, di riconoscere la madre, di vivere in un rapporto con lei. Tutti noi siamo bambini nei confronti di Dio e della Vergine, dei bambini ancora brancolanti perché piccoli ancora, perché incapaci di un cammino regolare e continuo. La Madonna non può stare lontana da nessuno: se noi la preghiamo Ella ci ascolta. E’ impensabile che una creatura umana possa ascoltare nello stesso tempo milioni di persone, con i loro problemi e difficoltà. Eppure noi crediamo che la Vergine ha avuto questo potere, perché Ella è già nel mondo di Dio, e Dio partecipa alla creatura umana quelli che sono i suoi attributi. Naturalmente è solo una partecipazione a tali attributi, non c’è un’identificazione della Madonna con Dio, ma c’é una partecipazione vera: Ella vive la vita divina e vivendola non può conoscere i condizionamenti del tempo e dello spazio. Maria è presente ovunque, è presente a ciascuno, è presente come madre che accoglie i suoi figli e vive con loro. Perché dovrebbe rimanere in paradiso? Ricordiamo quello che scrive santa Teresa del Gesù bambino: “Quando sarò morta scenderò, non starò in paradiso, perché voglio rimanere con gli uomini”. Se questo è vero per una santa quanto è più vero per la Madonna: il suo paradiso siamo noi! Non è forse questo il paradiso di una madre: la vita dei figli?
Tutta la grandezza di Dio è nella sua umiltà. Proprio perché Egli è grande infinitamente, proprio per questo Ella è la più umile delle creature. Noi non vediamo Lei, pura trasparenza divina; attraverso di Lei non vediamo e non conosciamo che Dio. Dio che vive in Lei, Dio che ha fatto grande la Madonna unendola a sé, associandola a sé nel mistero della sua Grazia e del suo amore. Allora che cosa ne viene? Che la domanda iniziale va un po’ rovesciata: non è la Madonna che appare, sono i nostri occhi che vedono. Ed è per questo che nel vangelo l’ultimo miracolo che ha compiuto Gesù prima di ascendere a Gerusalemme per essere crocifisso, risponde alla preghiera del cieco il quale grida “Signore che io veda” (Mc 10,51). E’ questo che dobbiamo chiedere anche noi alla Madonna, ed è perché noi vediamo che Ella appare. L’apparizione della Madonna è il dono che Ella ci fa di una nuova vista, per la quale vista si manifesta quello che abitualmente non appare, non perché le cose non sono, ma perché il nostro sguardo non è capace di percepire questa luce.
Anche la morte non farà nulla per noi, sarà soltanto l’aprirsi degli occhi per contemplare una realtà nella quale già siamo dal momento del battesimo e nella quale noi rimarremo per tutta l’eternità. La risposta si può quindi riassumere così: non sono i nostri occhi che la vedono, è Lei che ha bisogno di entrare in comunione con noi, e non può essere altrimenti. Dice un salmo che Dio ci ama come lo sposo ama la sposa. Se questo è vero nei riguardi del Cristo, tanto più è vero nei confronti della madre. Noi siamo la vita della donna, Ella non può vivere senza di noi, siamo la sua gioia, la sua ricchezza, noi siamo la sua santità; perché tutto quello che Lei ha come madre, non può tenerselo per sé, non sarebbe nemmeno cristiano!
Ciò che ho posto finora riguarda lo stato dell’uomo in qualunque stato si trovi, in qualunque momento della sua vita. Ma invece noi dobbiamo pensare che se le apparizioni avvengono in un dato periodo e in un dato luogo dobbiamo approfondire la risposta alla nostra domanda.
La prima cosa che si impone per capire i segni di Dio è l’umiltà di chi non presume di conoscere i segreti del Re. Possiamo capire qualche volta il perché la Madonna vive in un luogo e appare in certe situazioni solo quando tutto è passato. Prendiamo ad esempio le apparizioni di Fatima. Quando la Madonna apparve ai pastorelli eravamo nel 1917, alla vigilia del comunismo che avrebbe travolto tutta l’Europa. Noi non sapevamo né prevedevamo tutto questo. Ci si accorse molti anni dopo che le apparizioni di Fatima avevano un rapporto con la Russia e con il trionfo del Cuore Immacolato dopo la caduta del comunismo. Questo ci dice che quando noi chiediamo qualcosa a Dio, dobbiamo avere anche l’umiltà di non pretendere di capire fino in fondo i disegni divini.
Una cosa sappiamo, e questo lo sappiamo davvero: che Egli ci ama, ci ama infinitamente; non possiamo dubitare, non possiamo essere in angoscia, perché Dio è l’amore e tutto quello che egli fa, tutto quello che da lui dipende non può essere che amore. E’ proprio questo l’amore dei figli: che non osano interrogare il Padre perché rispettano la sua volontà e rispettano anche il fatto che Egli solo sa il perché delle cose. Si chiede agli uomini quindi, riguardo il perché delle apparizioni di Maria, che si mantenga questa umiltà, l’umiltà di chi non capisce ancora quello che avverrà domani attraverso l’azione segreta della Grazia. Noi non sappiamo, ma sappiamo che quando questa azione della Grazia ci avrà aperto gli occhi per contemplare il disegno divino, allora vedremo il perché di quello che è avvenuto anche in questi ultimi anni.
Cosa del tutto nuova pensare ad un’apparizione della Madonna che continua da 20 anni, ogni giorno, per diverse persone; una cosa che era inimmaginabile 50 anni fa. Non solo questo, ma il modo con cui appare: mentre per le apparizioni finora si parlava o di persone anziane o di bambini. E molto spesso si vedeva l’apparizione della Madonna in rapporto ai santi, ad anime cioè già pure, già divenute innocenti. In questo caso invece sono nostre sorelle e fratelli in nulla diversi da noi. In un primo momento anch’io sono rimasto un po’ turbato: come mai la Madonna non chiede a nessuno di questi veggenti di rinunziare al matrimonio per vivere nella verginità? Non si è sempre pensato che i rapporto nuziale con Cristo esigeva questa donazione intera dell’uomo all’amore di Dio.
Ero rimasto perplesso, poi ho capito. Ma bisogna capire cercando di essere molto umili nel voler giudicare Dio! Ho capito che era proprio questa la bellezza delle apparizioni ultime: la Madonna che discende nell’abisso della nostra povertà, che è realtà umana, di creature che tendono a Dio senza presumere nulla, certe di poter tutto ricevere, di non avere diritto di poter chiedere nulla e per questo vivono in un abbandono sereno e fiducioso nelle mani di Dio. Come dovremmo vivere questa nostra donazione alla Vergine? Sempre e in ogni luogo… Non si tratta di dire troppe preghiere: le formule molto spesso ci ingannano, perché divengono una ripetizione priva di senso. Dobbiamo invece vivere quello che sperimentiamo nel rapporto con le persone più care. Una madre non ha di certo bisogno di imparare una lezione per rivolgersi ai figli; ma nemmeno i figli hanno bisogno di lezioni per rivolgersi alla loro madre. Il cuore semplicemente si apre e l’anima accoglie il messaggio di Dio.
Io non so perché Dio compie quello che compie, a me si chiede soltanto di credere davvero all’amore. Dio è l’amore ed è un amore che giunge a noi attraverso il cuore di una madre. Che la vita di tutti si trasformi in un inno di gioia, perché questo vuole Dio da noi. Ricordiamoci: la Madonna è con noi per sempre. Non ci può far paura la morte, è Lei che ci accompagnerà al di là del velo e allora tutto sarà bello, ma è già bello ora, perché in questi giorni che ci separano dall’ultimo evento del nostro morire, non possiamo altro che aspirare e attendere la dolcezza di un’apparizione ultima nella quale vivremo per sempre nella gioia del cielo.
p. Divo Barsotti