Categorie: Ethica et Oeconomia

Che grande amico di famiglia lo Stato! Ci spedisce 50.000 slot machine in più!

A dispetto della politica di riduzione annunciata dal governo che aveva promesso 100mila macchinette in meno, nel 2016 si rischia di averne 50mila in più per effetto del meccanismo previsto dalla legge di Stabilità approvata a dicembre. Dalle attuali 340mila slot potremmo averne 390mila. Il sociologo Fiasco: «Per gli operatori è un altro ghiotto business»

La riduzione del 30% del numero delle slot sul territorio non determinerà «effetti sul gettito nel prossimo triennio». Era il 21 dicembre scorso e mentre gli italiani già pensavano ai regali e al cenone di Natale i tecnici del Servizio Bilancio del Senato sulla legge di Stabilità 2016 rassicuravano che per quest’anno gli introiti per l’erario non sarebbero diminuiti nonostante la prevista riduzione delle macchinette da gioco. Se lo Stato incasserà di meno lo vedremo, intanto però non è vero che diminuiranno le slot machine. Anzi, aumenteranno passando dalle attuali 340 mila a circa 390 mila. Com’è possibile? E il governo Renzi non ha sempre sbandierato l’intenzione di arginare il fenomeno? In realtà, dal 1° gennaio 2016 c’è uno stop all’installazione di nuove slot ma questo, negli ultimi giorni del 2015, ha scatenato una vera e propria corsa alla richiesta di nulla osta per avere le concessioni e poter installare le macchinette.

La norma, contenuta nel maxiemendamento approvato il 23 dicembre scorso, prevede, come ha spiegato Avvenire, che dal 2016 sarà autorizzata solo la sostituzione delle slot esistenti, «bloccando – si leggeva nella Relazione tecnica – la possibilità che ne vengano emesse di aggiuntive». Qualche giorno fa, inoltre, la direzione dei giochi dell’Agenzia ha inviato una circolare agli uffici regionali con l’obiettivo di «pervenire a una base di riferimento certa» del numero degli apparecchi.

Un censimento delle slot che è necessario, si legge ancora, per «dare attuazione alla previsione normativa» contenuta nella legge di Stabilità che prevede che «dal 1 gennaio 2016 è precluso il rilascio di nulla osta per gli apparecchi che non siano sostituivi di nulla osta di apparecchi in esercizio». Così si invitano gli uffici regionali a «processare le richieste di nulla osta pervenute entro e non oltre il 31 dicembre 2015», chiudendo le pratiche non oltre il 20 gennaio.

Le domande di concessione hanno avuto un’impennata in vista del 31 dicembre scorso e se le richieste fossero tutte accettate si rischia di arrivare al livello di qualche anno fa di 400 mila slot. Altro che riduzione! E nonostante il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta avesse annunciato l’intenzione del governo di ridurle del 25%. «Tutto questo», è l’analisi del sociologo Maurizio Fiasco, presidente di Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, e consulente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, «per preparare un business che ha lo stadio più interessante subito dopo: quello della sostituzione delle vecchie macchine meccaniche con nuove macchine che agiscono come terminale, e quindi per favorire anche indirettamente o direttamente chi fabbrica, vende e installerà queste nuove apparecchiature. Mi colpisce che il principale “player”, come dicono loro, la Lottomatica, che oggi si chiama Gtech, abbia acquisito una grande industria americana, la Lgt che, tra le varie attività, ha quella di fabbricare proprio questi terminali di slot machine».

L’incremento delle richieste di concessioni è dovuto anche al fatto che non c’è più la maxi tassa da 500 milioni sulle slot contenuta nella Legge di stabilità 2015 e poi eliminata in quella di quest’anno. Alla fine, sono stati incassati solo 320 milioni di euro in tutto ed è nato un lungo contenzioso, ancora in corso: la questione dovrà essere valutata anche dalla Corte Costituzionale per valutare la legittimità del provvedimento. Secondo gli ultimi dati forniti dal governo le slot installate e attive in Italia sono oltre 340 mila, con la provincia di Roma che ne ospita il maggior numero, 21.005.

La seconda provincia per numero di macchine installate, come spiega l’agenzia specializzata Agipronews, è Milano, con 15.723 apparecchi, terza per numero di macchine in assoluto è Napoli, 14.804, unica altra provincia con dati a cinque cifre è Torino con 11.786 slot installate. La provincia con meno installazioni – secondo le tabelle ministeriali – è Pesaro, che conta appena 85 slot.
Le videolotteries, invece, sono in totale 51.939, con 4.862 sale presenti. Al primo posto c’è la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di Videolotteries (9.798) e anche con la maggior presenza di sale sul territorio (804).



di Antonio Sanfrancesco per Famiglia Cristiana

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