«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore. Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore (Ger 23,1-4).
Con Ezechiele promette che lui stesso si sarebbe preso cura delle sue pecore. Cosa che fa in modo stupendo e mirabile con Gesù Signore, il suo Figlio Unigenito.
Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia (Ez 34,11-16).
Gesù, nella sua umanità non possiede una vita immortale. Anche Lui conosce la morte. Anche Lui lascia nella visibilità del suo corpo, questa terra. Vi rimane in modo invisibile. Le pecore hanno però bisogno di pastori visibili, in carne ed ossa, che visibilmente si prenda cura di loro. È questo il motivo per cui la sollecitudine di Dio non potrà mai avere fine. Ogni giorno Lui si dovrà preoccupare, occupare di trovare buoni pastori per le sue pecore, in modo che nessuna si perda e tutti entrino nella vera salvezza.
Si è buoni pastori, se si è veri pastori. Quando si è veri pastori? Quando il pastore vive la stessa sollecitudine di Dio. Questo può avvenire in un solo modo: se in lui vive lo stesso cuore di Dio. Questo avviene se il cuore del pastore è una cosa sola con il cuore di Cristo Gesù. Il cuore del Padre è tutto nel cuore di Cristo. Cristo è il vero, il buono, il pastore bello delle pecore. Il cuore di ogni altro pastore, divenendo un solo cuore con il cuore di Cristo, vive nel cuore del Padre ed anche Lui, dimorando nell’amore del Padre, nella grazia di Cristo Gesù, nella comunione dello Spirito Santo, diviene un buon pastore, si fa pastore secondo il cuore di Dio.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.
Chi non possiede il cuore di Cristo, mai si preoccuperà delle pecore. Anche se vuole, mai lo potrà, gli manca la sorgente, la fonte del vero amore e della divina carità. Cristo Gesù viene, nell’Eucaristia dona il suo cuore e tutta la sua vita, il pastore ogni giorno indossa il cuore di Cristo Signore e con esso si riveste anche della sua carità pastorale necessaria per guidare sulla via della vera salvezza il gregge a lui affidato.
Movimento Apostolico – rito romano
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