“E’ stata proclamata Beata Madre Teresa Casini, fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù ieri a Frascati. Donna contemplativa e missionaria, ha fatto della sua vita un’oblazione di preghiera e di carità concreta a sostegno dei sacerdoti. Ringraziamo il Signore per la sua testimonianza”. Queste le parole al termine dell’Angelus di questa domenica di Papa Francesco. Vogliamo conoscere meglio questa nuova beata?
È stata beatificata ieri mattina nella Cattedrale di San Pietro Apostolo a Frascati, Madre Maria Teresa Casini, fondatrice delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù, dedite all’educazione dei giovani e oggi presenti nei cinque continenti. In rappresentanza di Papa Francesco, c’era il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato.
“Madre, sono entrata con l’idea di farmi Santa, quindi mi metto nelle sue mani”. Così la giovane Teresa si rivolge alla superiora delle Clarisse di San Pietro in Vincoli, abbracciando la vita di clausura. Aveva faticato a realizzare la sua vocazione, perché la madre, alta borghese di origini francesi, voleva indirizzarla verso un buon matrimonio. Era suo padre, morto quando lei aveva appena dieci anni, che l’aveva educata alla fede e l’aveva spinta verso Gesù, come ricorda il cardinale Amato:
“Il genitore, ingegnere, era un uomo pio e devoto alla Chiesa. Il giorno del battesimo della bambina invitò i poveri della città, ai quali elargì una generosa elemosina di denaro. Si adoperò poi a formare cristianamente la fanciulla. L’accompagnava in chiesa a pregare. Le dava in mano dei soldi da consegnare ai poveri. Questo gesto di carità rimase per sempre impresso nella memoria di Teresa, che, crescendo, diventò sempre più generosa verso i bisognosi ai quali dava quanto aveva di suo, in silenzio e con discrezione”.
Il noviziato di Teresa fu particolare: abbandonata la clausura per motivi di salute, il suo padre spirituale, l’abate Pellegrini, le trovò un gruppo di donne in cui poteva vivere momentaneamente da laica consacrata in una casa privata, praticando le preghiere. Obbedì, come sempre faceva, certa che quello che non viene da Dio non dura a lungo, mentre quello che è conforme alla sua volontà presto o tardi emerge con chiarezza. Divenne poi, l’animatrice di un gruppo di donne che scelsero di sottrarsi al mondo e chiamarsi le “Vittime del Sacro Cuore”. Teresa, infatti, meditava sempre più spesso la Passione del Signore, le sofferenze del Suo Cuore trafitto dai peccati degli uomini. Da piccola suora che era, non poteva che pregare e cercare di farsi carico di un po’ di quelle sofferenze, cercando di portare a Lui nuove anime. Così, nel 1910, le religiose abbandonarono la clausura per l’apostolato attivo e divennero le Oblate del Sacro Cuore di Gesù. La loro missione principale fu quella di curare il fiorire delle vocazioni tra i fanciulli, perciò nacquero i Piccoli Amici di Gesù, come sottolinea il cardinale Amato:
“«Dare alla Chiesa santi sacerdoti» fu la ragione del suo apostolato e della sua coraggiosa e profetica pedagogia vocazionale. Da questa sua intuizione nacquero i preseminari e i collegi dei Piccoli Amici di Gesù, con lo scopo di preservare e coltivare la vocazione di quei fanciulli, che il Signore chiamava al suo servizio”.
Oggi le Oblate sono presenti in tutto il mondo, con le loro opere educative in favore dei poveri e delle giovani donne, prestano servizio negli orfanotrofi e nelle parrocchie, si prendono cura dei sacerdoti anziani e malati. Madre Teresa non vide tutto questo; non riuscì neppure a veder diventare sacerdote il primo bambino che preparò al seminario perché morì nel 1937, un anno prima che egli prendesse i voti e celebrasse la sua prima Messa. Ma il suo immenso carisma parla ancora a tutti noi e in modo speciale, proprio come una Madre, alle sue figlie. Cosa direbbe loro oggi? Ci risponde il cardinale Amato:
“Credo che le inviterebbe a perseverare nel loro apostolato di educazione e di formazione dei giovani, per un cammino vocazionale, e a promuovere l’Opera dei Piccoli Amici di Gesù. Le chiamerebbe poi a rinnovare il loro impegno di accoglienza e di assistenza ai sacerdoti nelle parrocchie, nei seminari, negli episcopi. Le solleciterebbe, infine, a fondare il loro apostolato sulla spiritualità oblativa, fatta di santità quotidiana, nutrita di preghiera e di sacrificio”.
Il servizio è di Roberta Barbi per la Radio Vaticana