Conclusione speciale oggi, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, per l’udienza generale. Il Papa ha consegnato alla missionaria sarda che in Africa ha fatto nascere oltre 30mila bambini, Suor Maria Concetta Esu, un segno di apprezzamento e ringraziamento per sessanta anni spesi a servizio della vita nascente
La sua esile e anziana figura, la sua missionarietà coraggiosa, la sua testimonianza operosa di amore in nome di Gesù, avevano colpito Francesco già quattro anni fa, a Bangui, durante il suo viaggio nella Repubblica Centrafricana dove l’aveva conosciuta e subito ne aveva parlato ai fedeli tornando a Roma.
E oggi, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, il Papa l’ha potuta riabbracciare, suor Maria Concetta Esu: l’ha chiamata a sè – parlandole a lungo davanti a centinaia di pellegrini – per esprimerle, con una onorificenza pontificia, la gratitudine per “tutto il lavoro fatto in mezzo alle sorelle e ai fratelli africani, al servizio della vita, dei bambini, delle mamme, delle famiglie”:
Con questo gesto dedicato a te, intendo esprimere la mia riconoscenza anche a tutti i missionari e le missionarie, sacerdoti, religiosi e laici, che spargono il seme del Regno di Dio in ogni parte del mondo. Il vostro lavoro, cari missionari e missionarie, è grande. Voi “bruciate” la vita seminando la parola di Dio con la vostra testimonianza… E in questo mondo voi non fate notizia. Voi non siete notizia sui giornali. Il cardinale Hummes, che è l’incaricato dell’Episcopato brasiliano, di tutta l’Amazzonia, lui va spesso a visitare le città e i villaggi dell’Amazzonia. E ogni volta che arriva lì – me lo ha raccontato lui stesso – va al cimitero e visita le tombe dei missionari; tanti morti giovani per le malattie contro le quali non hanno gli anticorpi. E lui mi ha detto: “Tutto coloro meritano di essere canonizzati”, perché hanno “bruciato” la vita nel servizio. Cari fratelli e sorelle, Suor Maria Concetta, dopo questo impegno tornerà in Africa. Accompagniamola con la preghiera. E il suo esempio ci aiuti tutti a vivere il Vangelo là dove siamo.
“L’incontro con il Papa – racconta a Vatican News al termine dell’udienza – è stato un dono di Dio e di grazia, motivo ed invito a continuare più e meglio il mio servizio ai fratelli specie ai piccoli e ai poveri. La fede è dono di Dio e la certezza di questa fede ci dà la forza di affrontare le circostanze pià difficili e di testimoniare ai fratelli l’amore di Dio per ciascuno di noi”. Perchè una vita dedicata alle mamme e ai bambini, le chiediamo: “Le accudisco prima e dopo la nascita dei loro bambini: ne ho fatti nascere 33777. La vita è un dono di Dio e la gioia più grande per me è sentirmi coinvolta in questo grande dono quando ho tra le mani una vita nuova” . Poi il messaggio a tutte le donne che in Europa fanno pochi figli: ” Vorrei dire a tutte le mamme di accogliere il dono che Dio ci offre con responsabilità, vi auguro di porovare la gioia di quel momento, i figli sono la speranza della famiglia, perchè rifiutarli?”.
Servizio di Gabriella Ceraso – Città del Vaticano per Vaticannews.va
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