Categorie: Verbum Domini

Vangelo (7 marzo 2018) Chi insegnerà e osserverà i precetti sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Mt 5,17-19
Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Chi è Gesù? È la Persona nella quale si compiono tutte le parole pronunciate da Dio contenute nell’Antico Testamento. Nessuna di esse rimane incompiuta. Questa verità è affermata con solennità sia da Giovanni che da Paolo.

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca».




Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
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Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito (Gv 19,23-30).



Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio. Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, affinché riceveste una seconda grazia, e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi e ricevere da voi il necessario per andare in Giudea. In questo progetto mi sono forse comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo calcoli umani, in modo che vi sia, da parte mia, il «sì, sì» e il «no, no»? Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori (1Cor 1,12.15-21).

Chi è il cristiano? È il perfetto imitatore di Gesù Signore. È la sua perfetta immagine vivente nella storia. Come Gesù è perfetta immagine del Padre nel suo corpo, così anche il cristiano deve essere perfetta immagine di Cristo nel suo corpo. Come si diviene perfetta immagine di Cristo nel proprio corpo? Allo stesso modo che lo è stato Gesù. Donando compimento ad ogni parola di Gesù Signore. Come Gesù può dire alla fine della sua vita: “È compiuto!”, così il cristiano dovrà dire: “È compiuto!”. Nessuna parola di Gesù Signore è caduta invano. Tutte sono state portate a realizzazione, tutte sono state trasformate in vita. È questo il programma del cristiano. Non ve ne sono altri per lui: “Dare compimento a tutte le parole di Gesù nel suo corpo”.

La vocazione cristiana non è fare bene una cosa e tralasciarne mille altre. Non è neanche accontentarsi di osservare qualche comandamento della Legge. Una puntualizzazione va però apportata. Il cristiano non deve osservare la Legge secondo la forma che le ha dato Mosè. Deve osservarla secondo la forma che le ha donato Gesù Signore. Quale forma Gesù Signore le ha donato? Quella della Croce. È dal monte Calvario che va osservata la Legge non dal monte Sinai. Il monte Sinai era per i figli di Israele. Il monte Calvario è per tutti i figli adottivi di Dio, per tutti quelli che sono nati da acqua e da Spirito Santo. È la forma di Cristo che dona verità alla Legge e questa forma è sempre un amore sino alla fine, sino alla Croce. Dalla Croce si può amare solo se si osservano i piccoli dettagli, altrimenti non si ama.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la forma di Cristo.

Commento del Movimento Apostolico

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