“Si cerca Dio nei libri, si trova nella preghiera” disse un giorno PADRE PIO ai suoi figli spirituali – se oggi non si crede più, si deve alla mancanza di preghiera. Dio non si trova nei libri, ma nell’orazione; più si prega, più aumenta la fede e si trova Dio. Voi figlioli, non tralasciate mai la preghiera: pregate spesso durante la giornata.
Fate anche un po’ di meditazione. Troverete e vedrete Dio.” Soleva dire spesso: “La preghiera è il pane e la vita dell’anima, il respiro del cuore, un incontro raccolto e prolungato con Dio.” La Bibbia è piena di colloqui col Creatore, Gesù ha pregato ed esortato a pregare; i cristiani nei primi tempi venivano chiamati uomini di preghiera. Molto importante questa sottolineatura che Padre Pio fa della preghiera: incontro raccolto e prolungato. Raccolto: non posso pregare senza prepararmi alla preghiera e se sono pieno di tanti miei problemi, ansie e preoccupazioni. Prolungato: non posso pregare in un attimo; occorre del tempo per entrare nella preghiera, purtroppo succede che quando stiamo incominciando a pregare lasciamo lì, dobbiamo andare e con noi se ne va anche la preghiera.
Pregare è amare.
Non illudiamoci: come non c’è amore senza sofferenza, non c’è preghiera senza sofferenza, perché pregare è amare. Prega chi ama Dio e non chi dice delle parole a Dio. Per chi ama Dio tutto diventa preghiera. Perché? Perché in ogni momento il pensiero va all’Amato, a Colui che cerca e desidera: tutte le occasioni sono buone per significare questo amore con una lode, con un canto, con un’azione e così via.
La preghiera davvero è stata il cibo quotidiano di Padre Pio.
Qualche anno prima di morire ebbe a dire: “Non voglio essere che questo, un frate che prega.” Dove ricordiamo Padre Pio? Come lo ha visto il mondo? All’altare, in Coro, in ginocchio, in confessionale, sempre con la corona in mano. Ma chiediamoci, cosa era la preghiera per Padre Pio? Scrive il 1° novembre 1913 a Padre Benedetto, suo direttore spirituale: “Nell’orazione l’anima mi sembra che si perda tutta in Dio…Altre volte mi sento struggere per Dio…Sento che l’anima ha un ardentissimo desiderio di uscire di vita…Il tempo mi sembra che fugga rapidamente e mai averne a sufficienza per pregare…” È dunque perdersi in Dio, dimenticarsi per ritrovarsi in Dio, è struggersi di amore per Dio, ardentissimo desiderio di essere in comunione con Lui. È lasciare questo tempo per partecipare ad una realtà che supera il tempo.
La preghiera è indispensabile nella vita di ogni giorno.
È quanto la Madre di Gesù da secoli ci ripete. Padre Pio ha ascoltato e messo in pratica gli inviti della Madonna ed è diventato per tutti noi maestro di preghiera: anche qui non perché abbia frequentato corsi di specializzazione, ma perché con molta umiltà si è messo a pregare.
Soleva dire: “Quando si è presi dalla sfiducia, dal dubbio, dall’angoscia, dal dolore, allora più che mai bisogna ricorrere al Signore nella preghiera e trovare in essa sostegno e incoraggiamento.” E poi: “La preghiera è la migliore arma che abbiamo: è una chiave che apre il cuore di Dio.”
Quando vedevi Padre Pio ti veniva il desiderio di pregare.
Desideravi di aprire con fiducia piena il tuo animo a Dio: è quanto avviene vicino alla sua tomba. Quanta gente ha iniziato a pregare dopo aver visto pregare Padre Pio! È stato così per gli apostoli, del resto; quando hanno visto pregare Gesù è sorto in loro il desiderio di pregare: “Signore, insegnaci a pregare!” Per rispondere all’invito di Gesù, della Madonna, del Papa Pio XII, Padre Pio fonda i gruppi di preghiera. Disse: “Se siete miei figli, unitevi a me: rispondiamo al comando di Gesù, all’invito e al desiderio del Papa, preghiamo insieme;…nei gruppi, quando i miei figli si riuniranno insieme nella preghiera, sarà Gesù in mezzo a loro, ci sarà anche la madre di Gesù; sarò presente anch’io in spirito e unita in preghiera.”
Padre Pio consigliava anzitutto la preghiera individuale.
Una preghiera che poi però deve sfociare ed essere alimentata da quella comunitaria, non c’è l’una senza l’altra, devono esserci tutte e due. Una preghiera che non è astrazione dal mondo, ma che serve per portare il mondo a Dio. Gli fu chiesto: “Padre, istituendo i gruppi di preghiera cosa ha inteso fare?” Rispose: “Portare anime al Signore…indurre a pregare, a pregare insieme, a pregare con Gesù. Ho sempre raccomandato e desidero dai gruppi la vita cristiana nella famiglia e nella società, la carità fraterna, le opere di bene e, in modo particolare la sottomissione e l’obbedienza alla S. Chiesa secondo il nostro spirito francescano.”
La preghiera dunque non è fine a se stessa.
Se pregare è incontrare Dio non possiamo uscire dagli incontri di preghiera così come siamo entrati: la preghiera deve trasformarci, deve renderci testimoni del vangelo nella famiglia e nel mondo, fonte di gioia e di bene, di carità e di pace. Soleva dire Padre Pio: “Se siete miei figli, la sera pregate tutti insieme nelle vostre famiglie. Recitate il S. Rosario alla Madonna.”
Conoscere Padre Pio è conoscere l’amore che Dio ha per l’uomo e che l’uomo può avere per Dio; è imparare ad essere e non a fare i cristiani; è capire che la preghiera deve portare alla carità e senza la preghiera non c’è carità, perché è Gesù stesso che lo dice: “Senza di me non potete far nulla!” Solo dunque quando siamo in comunione con Lui la nostra azione sarà efficace. Senza di Lui posso fondare una perfetta organizzazione, circondare gli altri di gentilezze, di diritti e di doveri, ma non li amerò mai perché Dio è l’unico maestro della Azione; perché è Lui l’amore e ci insegna ad amare portando a nostra conoscenza l’Amore che ha per ognuno di noi.
La preghiera irradia l’amore
Un giorno una figlia spirituale del frate di Pietralcina, nel dormiveglia ebbe una visione: le sembrò di vedere il cielo in mezzo al quale vi era un sacerdote, vestito di ricchissimi paramenti sacri. Nel sacerdote riconobbe il volto di Padre Pio che divenne come il sole, da cui partivano in tutte le direzioni innumerevoli raggi e questi erano formati da miriadi di piccole rose bianche e rosse. Chiese quindi a Padre Pio il significato della visione, e si sentì rispondere: “i raggi fatti di rose sono i gruppi di preghiera che si diffondono in tutto il mondo. Le rose bianche rappresentano le anime che si sforzano di vivere nella grazia, nell’amore di Dio e nella carità fraterna. Le rose rosse rappresentano le anime che portano con gioia la croce della sofferenza e unite a Gesù e a me collaborano alla conversione dei peccatori e alla salvezza dei fratelli.”
Questo è quanto Padre Pio vuole da ognuno di noi, dobbiamo diventare rose bianche o rosse, ma rose. Padre Pio è con noi e non ci lascerà soli, ma non può rispondere lui per noi, lui ha fatto la sua parte, tocca a noi adesso fare la nostra.
Fonte: Eco di Maria nr.163
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