Tra i titoloni di ieri, con grande evidenza, su Repubblica si riportava del sondaggio fatto dal canale televisivo statunitense di lingua ispanica Univision, una “valanga di pareri contrari alla dottrina cattolica”. Il sondaggio ricerca ha un titolo significativo, “la voz del pueblo” e l’agenzia che lo ha curato Bendixen-Amandi, mette tra i suoi pennacchi di prestigio, quelli di aver lavorato per Onu,Casa Bianca e Banca Mondiale. I tre soggetti sono noti per la loro posizione in materia di aborto, ideologia Gender e “favor-gay” e recentemente l’Onu, con inaudita fantasiosa fermezza, ha sottoposto la Santa Sede a un “processo farsa”. “La voz del Pueblo”, se andiamo a leggerlo nei suoi dettagli, non fa che dimostrare che solo alcuni Paesi in via di sviluppo sono convinti della bontà della posizioni della Chiesa, tutti gli altri sono ben oltre la mondana mentalità dominante. Viene da chiedersi, con il rispetto dovuto ai giornali italiani, immemori in questi giorni di celebrare Eugenio Corti, come si possa dar credito ad un sondaggio fatto su un campione di 12,000 persone in 12 continenti e con un tasso di errore del 1%. Eppure, ben lo capiamo anche da semplici e felici credenti, non vi sono dubbi sulla volontà esplicita di “sostenere” riforme della dottrina, non tanto della pastorale, della Chiesa a partire dal prossimo sinodo sulla famiglia. Non ci voleva un sondaggio della “agenzia dell’ONU o della Casa Bianca” per convincerci che le posizioni in materia di “comunione ai divorziati” o “di matrimoni omosex” o di “seconde nozze” fossero ben presenti nel popolo cristiano guidato da taluni vescovi e cardinali nei loro paesi. Sarebbe stato sufficiente seguire le interviste pubbliche rilasciate in questi mesi da costoro, il risalto dato dai mass media e i silenzi tombali che invece sono seguiti alle riaffermazioni recenti del Papa sulla vita del concepito, “sin dal grembo della madre” o sulla “famiglia cellula fondamentale della società”. Eppure, il Papa Francesco oltre alle copertine internazionali, continua a mantenere vette altissime di popolarità, tra fedeli e non fedeli.
Non è un caso che alle richieste del Comitato ONU sulla Convenzione del fanciullo nei confronti della Santa Sede, con espliciti richiami a modificare sue posizioni su aborto, ideologia gender etc., seguano segnali univoci e nella stessa direzione. Non è certo la “infelice” battuta del Papa di ritorno da Rio, seppure strumentalizzata e abusata, a giustificare questa cocciuta volontà dissolutrice della Chiesa Cattolica. C’è molto altro e l’anniversario della rinuncia del Papa Benedetto XVI, al di la di ottime ma allegoriche dietrologie, ci da occasione di ricordare bene come si svolse quel pontificato; dal primo giorno all’ultimo, ogni giorno c’è stata occasione di aggredire e dileggiare quel Pontefice e la Chiesa intera. Certo Benedetto XVI diventerà santo per la sua fermezza, mansuetudine e ferma dolcezza che tutti gli uomini liberi hanno avuto la grazia di conoscere. Coloro che si illudono, dentro e fuori dalla Chiesa, di poter stravolgere il messaggio evangelico e la dottrina, temo di dover sottolineare che saranno delusi. Non così per i miliardi di uomini e donne che hanno sentito toccato, risvegliato il proprio cuore dall’atteggiamento semplice e generoso dell’attuale Vicario di Cristo. È ovvio che i santi padri sinodali, petulanti ripetitori degli slogan forgiati da potenti lobbies mondane, non potranno certo cancellare e nemmeno modificare i dieci comandamenti. Solo menti malate, possono sperare di uscire dal Sinodo con la modifica del 4, del 6 e del 9 comandamento, forse per taluni si dovrebbe dire così: 4) Non onorare tuo padre e tua madre ma onora tuo padre e tuo padre o tua madre e tua madre…; 6) Commetti adulterio e, secondo il Nuovo Comandamento 9) e prendi pure in moglie la moglie del tuo prossimo.
Anche la mente più affaticata dalla incapacità di gustare il bello e il vero del magistero della Chiesa sulla famiglia, non può immaginare di ingegnarsi perchè emerga dal Sinodo una radicale modifica sul Comandamento 5) e trasformarlo in puoi uccidere nel grembo di una madre se Ella potrebbe avere problemi psicologici o quel bimbo potrebbe essere down… Nella mia semplicità di fede, retaggio della mia saggia nonna, non credo nemmeno che ci possa essere un eccellentissimo Bruno Forte o un eminentissimo Marx che lo possano pensare. Forse la strumentalizzazione è nei loro confronti, impegnati come sono a dimostrare con la propria vita e il proprio magistero quanta bellezza nel matrimonio cristiano, quanta gaiezza nella astinenza prima e nella genitorialità dopo, nella creazione di comunità. Coloro che pervicacemente vogliono distruggere la Chiesa, non sporadici buontemponi ma cocciuti malfattori, vogliono certo cambiare quei comandamenti ma ardono di questo desiderio proprio perchè li odiano tutti, dal primo all’ultimo! di Luca Volontè*
* Luca Volontè. Comincia la sua attività politica con il Partito Popolare Italiano, del quale, nel 1994, viene nominato responsabile per gli enti locali. Segue Rocco Buttiglione nella scissione dal PPI, che porta alla nascita del CDU di cui diventa dirigente organizzativo. È stato eletto alla Camera dei deputati nel 1996, capolista al proporzionale nella circoscrizione Lombardia-2. Viene riconfermato deputato nel 2001, eletto col sistema maggioritario nel collegio uninominale di Busto Arsizio, in rappresentanza della coalizione di centrodestra. Nominato Capogruppo dei CDU alla Camera. Partecipa successivamente alla nascita dell’UDC. nel 2008 è rieletto deputato. Membro del consiglio direttivo del UdC alla Camera. Dal 25 gennaio 2010 è Presidente del Gruppo Popolari-Cristiano Democratici (EPP-CC) alla Assemblea del Consiglio d’Europa. È membro del Presidential Commettee, del Monitoring Committee, del Political Committee, del Social Affairs and Family Commettee della Assemblea di Strasburgo.