Con l’elezione di papa Francesco, sottolinea l’Arcivescovo Nosiglia, “il mondo ha abbattuto i pregiudizi sulla Chiesa”. Bellissima considerazione. La voce autorevole del presule torinese, riassume le speranze di tanti uomini credenti e non che hanno riposto sul Pontificato di Bergoglio. I media presentano positivamente ogni gesto compiuto dal vescovo di Roma, come fosse qualcosa di mai fatto. La memoria corta gioca brutti scherzi. Ogni Pontificato è attraversato da momenti di grande intensità, di cui purtroppo nessuno si è mai accorto. Peggio ancora, sono stati considerati episodi di seconda mano a cui non dare particolare importanza. Il continuo confronto tra i due pontificati e non solo, genera confusione tra i fedeli dalla fede semplice. A volte si ha l’impressione che il cattolicesimo sia iniziato il 13 Marzo 2013. La cattiva informazione produce menzogne appetibili da cui è necessario prendere le dovute distanze. In questo periodo natalizio, i giornali hanno speso fiumi di parole per raccontare l’incontro tra i due pontefici: Francesco e Benedetto. Addirittura qualcuno (e a giusta ragione), cita le famossissime profezie della monaca Hemmerich, per affermare la validità delle proprie posizioni. Povera Chiesa. Povero Papa Francesco. La strumentalizzazione delle parole, dei gesti, non fa altro che alimentare false illusioni, creando realtà inesistenti.
Il continuo riferimento alle dimissioni di Ratzinger, è inopportuno. Soprattuto quando i giornalisti e alcuni settori ecclesiali, lasciano intendere che senza le sue dimissioni non sarebbe “arrivata la primavera”. Forse prima si viveva nel gelido inverno? O peggio le finestre e le porte erano chiuse al mondo? L’opinione pubblica ha forse dimenticato tutto ciò che è stato fatto per purificare il volto della Chiesa? Commenta don Antonio Ucciardo: “Mi rincresce che si utilizzi male la nostra lingua. Ci sono mille modi per evitare che si venga fraintesi, e di questi il più nobile è il silenzio. Sarò duro di comprendonio, ma a me pare che gli elogi sperticati per le dimissioni e l’insistenza sulla rivoluzione, di cui mai il Papa ha parlato, somiglino tanto ad un cordiale “grazie, Benedetto, per esserti messo da parte!”. Non mi pare molto cortese nei riguardi dello Spirito Santo. Anche la forma vuole la sua parte…”.
La successione sulla cattedra di Pietro non è una rottura con il passato. Ogni nuovo Pontefice arricchisce la Sede Romana con il suo personale carisma. Leggere i gesti come indice di rivoluzione è azzardo molto grave. Evidentemente c’è una differenza di stile. Tanti ambienti cercano di tirare dalla propria parte Papa Francesco, legittimando con le sue parole scelte e posizioni. Gesù ha fondato la Chiesa per salvare l’uomo. Non è stata fondata per trattare il Vangelo come partita di calcio! Non sono consentite scommesse da cui trarre il gusto della vittoria.Il Cardinale Joachim Meisner, nell’intervista rilasciata alla rivista “Deutschlandfunk” il 24 dicembre 2013, ha chiarito nel colloquio con il Pontefice, le varie strumentalizzazioni a cui è sottoposto: “Durante la mia ultima visita a Papa Francesco ero in grado di parlare molto liberamente con il Santo Padre su tutti i tipi di argomenti. E ho anche detto che la sua proclamazione in forma di interviste e brevi dichiarazioni lascia molte domande senza risposta, domande che devono essere spiegate ulteriormente per i non informati. Il Papa mi guardò con sorpresa e mi ha chiesto di fargli piacere fare un esempio. E la mia risposta è stata che, nel suo ritorno da Rio a Roma, in aereo, gli è stato chiesto sulla questione dei divorziati risposati. E come ha detto il Papa, divorziati possono ricevere la Santa Comunione, divorziati risposati non possono. Nella Chiesa ortodossa si può sposare due volte. Quella era la sua dichiarazione. E poi ha parlato di misericordia, che nella mia esperienza, che è quello che gli ho detto, si comprende solo in questo paese come un sostituto per tutte le debolezze umane. E il Papa molto energicamente risposto che lui è un figlio della Chiesa cattolica e non dice niente, ma gli insegnamenti della Chiesa. E la misericordia deve essere identica alla verità, o non meritare il nome misericordia. E in aggiunta, ha sottolineato che quando rimangono questioni teologiche, poi c’è la Congregazione importante per la Dottrina della Fede di formulare e spiegare i dettagli. E si deve sempre ricordare che questa Congregazione, che prima del Consiglio è stato presieduto dal Papa stesso, è ancora il primo nell’ordine curiale. E non è possibile riferirsi al Prefetto come persona privata, solo perché era una volta un membro della Conferenza Episcopale (…).
La Chiesa deve essere conforme alla Parola di Dio e non il parere della gente.Come Chiesa dobbiamo sapere le opinioni della gente, per poter proclamare la Parola di Dio di conseguenza. Ma conformi, in quanto stanno chiedendo, non è una parte del Vangelo. E ‘incredibile che la Chiesa Evangelica ha definito, con la sua presa di posizione sulle questioni della sessualità, un allineamento totale al cosiddetto spirito dei tempi. E cosa fa lo stato della Chiesa Evangelica assomiglia? A quanto mi risulta, il numero di persone che lasciano lo sono ancora superiori ai nostri. Che non può, in ultima analisi, essere a causa della questione della sessualità”.San Pio X nel discorso tenuto agli studenti della federazione Universitaria cattolica, così si esprimeva: “Non vi lasciate ingannare dalle subdole dichiarazioni di altri, che protestano ripetutamente di voler stare con la Chiesa, di amare la Chiesa, di combattere perché il popolo non si allontani da essa, di lavorare perché la Chiesa, comprendendo i tempi, si riaccosti al popolo e lo riguadagni. Ma giudicateli dalle loro opere. Se maltrattano e disprezzano i Pastori della Chiesa e persino il Papa; se tentano ogni mezzo per sottrarsi alla loro autorità, per eludere le loro direzioni, i loro provvedimenti, se non si peritano di innalzare la bandiera della ribellione, di quale Chiesa intendono questi parlare? Non certamente di quella stabilita «super fundamentum Apostolorum et Prophetarum, ipso summo angulari lapide, Christo Iesu», e quindi dobbiamo aver sempre presente il monito, che faceva S. Paolo ai Galati : «quand’anche noi o un Angelo del cielo evangelizzi a voi, oltre a quello che « abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema»”. La tradizione continua nella diversità delle forme. La sostanza rimane sempre uguale. Chi ama la Chiesa deve accettare chiunque si trovi sul trono di Pietro. Nessuno ha il diritto di modellare secondo le sue posizioni, la figura del Pontefice. Chi in nome della “verità”, compie queste operazioni, si macchia di responsabilità enormi davanti a Dio e agli uomini.
Interessante la prospettiva di Angela Cola: “A coloro che, avendo amato molto Benedetto XVI ora hanno difficoltà ad accettare il Papa Francesco: se ci fidiamo di Benedetto XVI che ha promesso subito obbedienza al suo successore, e se vogliamo essere degni figli di un così amabile Pontefice, dobbiamo fare esattamente come ha fatto lui. Altrimenti non dubitiamo solo di Papa Francesco ma anche di Benedetto XVI. Oh! State a vedere! Sbagliano tutti e noi siamo gli unici che capiscono tutto? O forse Benedetto XVI che è un gran santo, avrà visto più in là di noi? E se lui è certo che la barca di Pietro la conduce Cristo, chi siamo noi per dubitare? Insomma! Io sto con Benedetto XVI e siccome Benedetto XVI sta con Papa Francesco, io sto con Papa Francesco e alla fine… con entrambi perché entrambi sono dono di Dio e posso solo rendere grazie a Dio che ce li ha donati! E stop polemiche, dubbi, perplessità, veleni… fantasiose rivelazioni! Stop!!! E’ Natale!!! Diamo lode e gloria a Dio per i Papi che ci dona!”. DonSa
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