Chiara Corbella, per la quale è stata aperta oggi l’inchiesta diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione, nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Insieme alla sorella Elisa, di due anni più grande, cresce in una famiglia che le insegna ad avvicinarsi alla fede sin da bambina. Grazie alla mamma Maria Anselma, dall’età di cinque anni Chiara frequenta una comunità del Rinnovamento nello Spirito.
Nell’estate del 2002 Chiara incontra a Medjugorje Enrico Petrillo, un ragazzo romano di ventitré anni in pellegrinaggio con la sua comunità di preghiera del Rinnovamento Carismatico. Chiara, che ha diciotto anni e non è mai stata fidanzata, ha l’intuizione di trovarsi davanti a suo marito. Tornati a Roma i due si frequentano, si conoscono, si fidanzano. È un rapporto per certi versi ordinario, puntellato da litigi, rotture e pacificazioni. Durante i sei anni del loro fidanzamento il Signore mette a dura prova la fede di Chiara e i valori in cui pensa di credere.
Tornati dal viaggio di nozze, Chiara scopre di essere incinta. Le ecografie mostrano però una grave malformazione. Alla bambina, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia, viene diagnosticata un’anencefalia. Chiara ed Enrico scelgono di portare avanti la gravidanza e la piccola, che nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diagnosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza degli arti inferiori. Anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010. E anche il suo funerale, come quello di Maria Grazia Letizia, sarà vissuto come una festa.
Fra le patologie dei due bambini non c’è legame. A dimostrarlo ci sono gli esiti dei test genetici, a cui Chiara ed Enrico si sottopongono cedendo alle pressioni di amici e parenti; ma c’è, soprattutto, il fatto che il terzo figlio della coppia, Francesco, è completamente sano. La gravidanza arriva poco dopo la nascita al Cielo di Davide Giovanni. Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato.
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Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo. Aspetta fin quando le è possibile aspettare, e anche oltre. Finalmente il 3 giugno, con lo stesso ricovero del parto, Chiara affronta la seconda fase dell’intervento iniziato a marzo. Tornata casa, non appena le è possibile comincia chemioterapia e radioterapia ma il tumore si estenderà comunque a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per limitare le difficoltà visive.
Le ultime giornate di vita le trascorre insieme a suo marito in disparte e lontano dalla città, nella casa di famiglia vicino al mare. Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Il suo funerale viene celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella chiesa di Santa Francesca Romana all’Ardeatino. Le persone accorse sono moltissime. Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara: “Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere”. Come i funerali dei suoi due figli, anche questa celebrazione diventa così la testimonianza cristiana dell’inizio di una vita nuova.
“Il suo volto di madre che ha a cuore la felicità dei suoi figli, chiamati dalla grazia di Cristo a camminare in una vita nuova, ha come approdo certo il cielo festoso della comunione con Dio e i fratelli”. Così il cardinale vicario Angelo De Donatis in occasione dell’apertura dell’inchiesta diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Dopo aver ripercorso la vita di Chiara nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale ha ricordato che nei sei anni trascorsi dalla sua morte “è notevolmente cresciuta la fama di santità, che ha oramai valicato anche i confini nazionali; si è manifestata subito, a partire dalla celebrazione dei funerali e nella risonanza mediatica della sua storia, che ha suscitato un singolare interesse. Inoltre, la sua testimonianza cristiana ha prodotto e continua a produrre frutti di conversione in molte persone, che vengono spinte dalla sua storia a interrogarsi sul senso della vita”. “La conoscenza della vita di Chiara – ha proseguito – suscita speranza in moltissimi giovani e meno giovani, fidanzati e coppie, che in lei toccano quasi con mano la vicinanza del nostro Signore infinitamente buono e misericordioso. La sua tomba nel cimitero del Verano è frequentemente visitata, meta di preghiera e di richiesta di grazie per tante persone”.
L’APERTURA DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE SU TV2000
Dopo la pubblicazione dell’Editto, inoltre, “al Tribunale diocesano sono pervenute diverse lettere postulatorie, che attestano come l’interesse per la vita di Chiara attraversi la Chiesa non soltanto a livello popolare ma a tutti i livelli”.
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a cura di Stefano Santi per la Redazione Papaboys (Fonte: Agenzia Sir / Archivio Redazione)
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