Continuano le giornate intense di lavoro del Sinodo dei Vescovi in Vaticano per la famiglia. Per un commento alla Relatio post disceptationem, Paolo Ondarza della Radio Vaticana ha intervistato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella:
R. – Questa relazione fa emergere in pienezza il dibattito che si è svolto in questa prima settimana. Spesso abbiamo parlato dell’esigenza che ci sia un linguaggio capace di comunicare. Penso che la relazione abbia sviluppato soprattutto questa dimensione.
D. – Ritiene ci siano degli elementi che potrebbero essere aggiunti?
R. – La relazione deve provocare la riflessione nei circoli minori che adesso ci apprestiamo a compiere. Penso che ci sia una parola importante che bisogna fare emergere: la Chiesa rimane sempre profezia nel mondo. Questo significa che noi dobbiamo aiutare le persone a guardare anche al di là del momento presente. Allora la Parola di Dio ci spinge ad essere capaci di critica nei confronti di quelle situazioni che non ci possono lasciare pastoralmente soddisfatti e contenti. Ci sono molte situazioni riguardo la famiglia nella società contemporanea che meritano una parola di aiuto per far comprendere loro il limite che possiedono e soprattutto le contraddizioni a cui vanno incontro.
D. – Può farci qualche esempio?
R. – La convivenza. È vero che ci sono vari tipi di convivenza: c’è una convivenza che è quella determinata da alcuni fattori di ordine economico, finanziario, mancanza di lavoro, disoccupazione; c’è un altro tipo di convivenza che invece è fatta nel profondo disinteresse e indifferenza nei confronti della società, della legge civile, come una forma di scelta individualista. Anche in questo caos, ad esempio, dovremmo essere capaci di dire che questa non può essere la tappa finale, ma deve essere una tappa su cui riflettere anche per la responsabilità che si ha nei confronti delle persone più deboli, in questo caso dei figli.
D. – Questa profezia a cui faceva riferimento vuol dire ribadire che il disegno di Dio su famiglia e matrimonio è un punto fermo che non cambia con la storia?
R. – Ci sono ovviamente degli elementi che appartengono alla Rivelazione cristiana e ciò che è il contenuto della rivelazione – ovviamente – non può essere modificato. L’indissolubilità del matrimonio cristiano è una novità che Gesù ha portato e che per noi rimane come una ricchezza da condividere nel contesto del mondo contemporaneo.
D. – La crisi della fede, crisi del matrimonio, crisi della società: questo è stato il tema al centro del suo intervento qui in aula del Sinodo…
R. – E’ per la profonda crisi di fede che vive soprattutto l’Occidente che San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco insistono continuamente sul tema della nuova evangelizzazione. Questa nasce proprio dall’esigenza e sull’urgenza di dare una risposta alla crisi di fede. Oggi, con piacere, ho sentito nella Relatio post disceptationem che si insiste sull’esigenza che all’interno della nuova evangelizzazione ci sia – come prioritario – il tema della famiglia.