Nel messaggio diffuso questa mattina, i vescovi dedicano un intero paragrafo al “ruolo e contributo delle Chiese orientali cattoliche al cammino ecumenico”. “Riconfermiamo con maggiore consapevolezza – esordiscono i gerarchi cattolici – il nostro diritto e dovere alla cura pastorale dei nostri fedeli ovunque si trovino come anche il diritto all’annuncio del Vangelo a coloro che non lo conoscono ancora”. Alle Chiese ortodosse, i vescovi auspicano che “anche loro, svolgano nell’amore e nella verità la missione che Dio ha loro affidato”. Ed aggiungono: “Riconosciamo parimenti alle Chiese ortodosse la stessa sollecitudine per la cura dei propri fedeli ovunque nel mondo, senza nessun antagonismo e rispettando il diritto alla libertà religiosa”. Nel messaggio, i vescovi affermano che “la divisione della unica Chiesa di Cristo è una anomalia ecclesiologica”.
Ed aggiungono: “Condividiamo con le Chiese ortodosse la stessa preoccupazione per le tendenze culturali e sociali che portano alla progressiva scristianizzazione e secolarizzazione dell’Europa”. “Siamo convinti – si legge nel messaggio – di essere chiamati a un forte impegno perché l’appello all’unità della Chiesa di Cristo costituisce una delle necessarie, prioritarie e irreversibili dimensioni dell’identità delle Chiese orientali cattoliche, nonostante le difficoltà e le fatiche del cammino ecumenico”.
“Le Chiese orientali cattoliche intendono essere attivamente coinvolte nel dialogo di verità e di carità che la Chiesa cattolica svolge con le Chiese ortodosse”. Il messaggio rivolge poi un pensiero particolare all’Ucraina e un appello alla pace: “Esprimiamo a tutto il popolo ucraino preghiera, vicinanza e solidarietà di fronte al perdurare del conflitto militare nell’Est del Paese, accompagnato dall’aggressione esterna, che provoca tanta sofferenza, specialmente alla popolazione civile. Invitiamo tutti a imboccare senza indugio la via della pace e della riconciliazione”. Riguardo poi alla situazione in Medio-Oriente, i gerarchi d’Europa affermano che “pace e riconciliazione non giungeranno se non attraverso un intervento chiaro e deciso della comunità internazionale su tutte le parti coinvolte e un investimento nell’educazione per creare nuove generazioni capaci di dialogare tra loro”. Fonte: Agenzia Sir
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