Nei giorni scorsi, nell’articolo “le minacce violente delle lobby LGTB”, lanciavo -dopo aver letto la pubblicazione delle “linee giuda ai giornalisti”-, l’allarme sulla questione della libertà di espressione e di parola. In tempi recenti, dopo le dittature del XX secolo, le forme oppressive portate avanti dalle ideologie, sono state sistematicamente condannate dalle leggi. Oggi, purtroppo, sembra non essere valida la lotta per la libertà portata avanti da milioni di persone, che per essa hanno sacrificato la vita. Abbiamo dimenticato, quanti morti ci sono stati per vivere in un mondo più giusto e sereno? La garanzia della democrazia, è la Costituzione. Se essa è applicata correttamente, ogni persona è tutelata. Al contrario, nascono gli estremismi. Non ci sono state proteste mediatiche e politiche contro le “linee” proposte. Il silenzio sulla questione si è trasformato in assenso. La società non è fondata sul politicamente corretto. Se continuiamo a camminare su questa terribile strada, le conseguenze saranno catastrofiche. La democrazia, lentamente scivola verso il totalitarismo di genere che plasma consapevolmente il popolo con lozioni velenose mascherate dal benessere dei singoli. Quando ci sveglieremo dal sonno? Alziamo la testa, guardiamo. E’ in gioco il futuro dell’umanità. Le dichiarazioni ultime dei leader politici italiani, cercano di distogliere il popolo dai problemi reali del paese. Cercare il consenso politico facendo leva sul sentimento è sinonimo di viltà. Quando non si è popolari, allora i proclami populistici diventano l’unica opportunità per farsi ascoltare. Poveri politici! Ricordo a tutti, il grande monito di Borsellino: “dalla tua penna in cabina elettorale, dipende il futuro del paese”. Quale paese vogliamo? Se la famiglia non è tutelata, il tessuto sociale si sgretola. Quando il nucleo familiare è supportato, nasce il benessere. Tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri. Far passare le voglie di una minoranza per diritto acquisito, è aberrazione. Legittimare i comportamenti, elevandoli a legge dello stato, porta allo sfaldamento armonico del vivere quotidiano. In altre parole quando la pressione è sbilanciata troppo da una parte, si genera il conflitto.
Eugenia Roccella, ha avvertito il pericolo verso cui stiamo precipitando. Leggiamo il suo commento: “Anche alla Camera abbiamo depositato come gruppo Ncd (primi firmatari Roccella, Pagano, Costa) l’interpellanza presentata ieri dal gruppo Ncd al Senato rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri sui documenti dell’Unar intitolati “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere (2013-2015)” e “Comunicare senza pregiudizi”, pubblicati sul sito della Presidenza del Consigliodei Ministri sotto l’egida del Ministro delle Pari Opportunita’ e del Ministro dell’Integrazione. E’ sorprendente che un organismo come l’Unar, incardinato alla Presidenza del Consiglio, emani, al di fuori delle sue competenze, un codice che invita all’autocensura inseguendo il più piatto conformismo ideologico. Siamo certi che il Governo sia dalla parte dell’informazione libera e non possa condividere ipotesi di bavaglio in nome del politicamente corretto. Per fare degli esempi, non e’ accettabile la proposta di non pubblicare foto del Gay Pride per illustrare articoli sulla comunità Lgbt (considerate evidentemente disdicevoli), o di abolire la dizione diffusa ‘utero in affitto’ per sostituirla con ‘madre portante’ e comunque con termini che non alludano al rapporto contrattuale”. Avete capito la posta in gioco? L’informazione pubblica è inquinata! Chi dissentirà in futuro, avrà delle conseguenze terribili. Si può permettere tanto in democrazia? Tutti devono avere la possibilità di esprimere la propria opinione. Certo è necessario il rispetto per tutti. Infangare è facile. Informare è difficile.
Il Forum delle Associazioni Familiari, il 18 Dicembre 2013, ha scritto all’Onorevole Enrico Letta, presidente del Consiglio, la seguente lettera: “Onorevole presidente, non è da oggi che sollecitiamo la Sua attenzione affinché finalmente l’azione di governo introduca misure di equità familiare, più che mai necessarie per via della profonda crisi economica che attraversa il nostro Paese e per via dell’ormai esaurita capacità delle famiglie di far fronte sia ai bisogni dei propri componenti sia al costante aumento della tassazione. Insieme al Forum tante Istituzioni — dall’ISTAT ai più prestigiosi istituti di ricerca pubblici e privati — segnalano da anni la crescente difficoltà delle famiglie ad assolvere ai propri compiti e nel contempo a garantire la necessaria coesione sociale. Particolare preoccupazione è per le famiglie con figli, quelle che maggiormente portano il peso della crisi, che costruiscono con più coraggio il futuro del nostro popolo, e che sembrano totalmente scomparse tra le priorità del sistema Paese. Lei stesso ha più volte indirizzato alle famiglie parole confortanti, ad esempio a Torino, in occasione della 47.a Settimana sociale dei Cattolici italiani, cui purtroppo non hanno fatto seguito fatti concreti.
Già l’approvazione del nuovo ISEE rischia di indebolire ulteriormente quelle poche tutele sociali garantite ai più bisognosi da un sistema pubblico di servizi inadeguato e inefficiente. In sede di attuazione del nuovo ISEE le rinnoviamo con forza la necessità di costruire un sistema di osservazione e monitoraggio del suo impatto sulle famiglie, in cui la società civile, le famiglie e le loro associazioni abbiano voce in capitolo. Ora, con la legge di stabilità in esame alla Camera, per quanto ci è dato di sapere seguendo le infinite variazioni di proposte dibattute, le famiglie subiranno un’altra stangata, per nulla mitigata da qualche intervento disorganico, frutto della mancata adozione di un programma di interventi fiscali e sociali di ampio respiro, che abbia al centro dell’azione la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio.
A titolo di esempio –peraltro il più indicativo peraltro – la nuova imposta comunale, oggetto di continui aggiustamenti (sovente in peggio), oltre ad aumentare il carico fiscale su tutte le famiglie – anche quelle che possiedono solo la casa di abitazione – avrà come conseguenza che anche quelle famiglie che prima erano esentate dall’IMU ora pagheranno, senza che sia dato il giusto peso ai carichi familiari e alle particolari situazioni di disagio. Inoltre le poche risorse messe a disposizione dei comuni per ‘eventuali’ detrazioni per carichi di famiglia, anche qualora venissero effettivamente destinate a tale finalità, non saranno sufficienti a rendere più equa la nuova imposta, disapplicando ancora una volta gli articoli 31 e 53 della Costituzione. A fronte dell’aumento della tassazione sulla casa la modesta riduzione del “cuneo fiscale” pare più una misura di facciata che un intervento realmente utile a rilanciare i consumi delle famiglie e a far ripartire occupazione, produttività e sistema economico nel suo insieme. E non vale l’ormai abusato argomento: “Mancano le risorse!”, quando le risorse disponibili – provenienti dalle tasche degli italiani – vengono male impiegate e letteralmente sperperate dallo Stato.
Ci sentiamo in dovere pertanto di rivolgere a Lei, al governo che presiede e al Parlamento un “appello dell’ultima ora”, affinché la legge di stabilità possa diventare finalmente più equa verso le famiglie, cioè verso chi faticosamente e coraggiosamente tiene in piedi l’Italia. Una legge di stabilità che tenga più conto dei carichi familiari reintroducendo detrazioni dall’imposta sulla prima casa che siano commisurate ai carichi familiari. Che non riduca le altre scarse detrazioni vigenti, che tenga conto delle fasce più bisognose della popolazione. E soprattutto che non faccia pagare solo alle famiglie e ai lavoratori l’inefficienza di troppe parti dello Stato e degli enti locali e l’incapacità di troppi amministratori di programmare e gestire le risorse pubbliche. La situazione è oggettivamente difficile, e il momento è cruciale; ma proprio per questo occorre un segnale forte di sostegno nei confronti delle famiglie. Non si tratta di dare o chiedere la fiducia in Parlamento; si tratta invece di riconquistare la fiducia degli Italiani e delle famiglie “facendo la cosa giusta”. Questo chiediamo a lei personalmente, al suo governo, all’intero Parlamento. C’è ancora tempo, per questa legge di stabilità, e per dare un segnale forte di speranza e di futuro a tutte le famiglie italiane”. Pertanto a tutela della famiglia e della libera informazione vi invito a firmare le seguenti petizioni. Le petizioni che trovate qui sotto nei link proposti, chiedono di impegnarsi maggiormente per difendere i bambini dalla piaga della pedofilia. Come sapete, in Europa avanza senza sosta il partito dei pedofili, i quali in alcuni stati hanno fatto passare la legge secondo la quale, “la pedofilia” non è un reato, ma un disturbo. Le nuove disposizioni, legittimano i rapporti degli adulti con i minori.
http://www.citizengo.org/it/1568-stop-alla-deriva-pedofila
Grato per il sostegno all’iniziativa, non smettiamo mai di informare e far circolare le notizie. Chi vive nell’oscurità è più scaltro di chi opera alla luce. Teniamo lo sguardo vigile, altrimenti ci troveremo imbavagliati senza sapere il perché. DonSa
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