“Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro”. Queste le parole di Mario Draghi, con le quali ha accolto i suoi ministri nel cdm post dimissioni.
Una frase che non è stata di sola circostanza perché l’esecutivo Mario Draghi prosegue per il “disbrigo degli affari correnti” fino alla nomina del nuovo governo.
“Siamo in una situazione di emergenza”, ha detto Mattarella nel discorso in cui ha sciolto le Camere ma allo stesso tempo ha autorizzato Draghi a proseguire il lavoro sui fronti più caldi: l’economia, il Pnrr, la guerra in Ucraina.
Ma cosa significa il disbrigo degli affari correnti? Lo ha spiegato lo stesso Mario Draghi con un comunicato ufficiale.
Bombardamento di spot e pubblicità sotto l’ombrellone
Non ci hanno dato pace negli ultimi tre anni, tra pandemia, crisi, europa e guerra, ed hanno intenzione di rovinarci le scatole anche sotto l’ombrellone. Ai politicanti della Repubblica, consigliamo di non avvicinarsi alle sdraie ed ai gonfiabili in riva al mare:
vi riempiremo di gavettoni in testa!
Il governo rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti, compresi gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare le emergenze nazionali, le emergenze derivanti dalla crisi internazionale e la situazione epidemiologica da COVID-19.
Così inizia il comunicato diramato da Palazzo Chigi. A questi si aggiunge poi “l’attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC)”.
Il governo Draghi non esaminerà nuovi disegni di legge, “salvo quelli imposti da obblighi internazionali e comunitari, compresi quelli collegati all’attuazione del PNRR e del PNC”. Saranno licenziati i decreti legislativi, compresi quelli previsti dal PNRR e dal PNC.
Le altre regole del Governo e le nuove nomine
Per quanto riguarda le nomine, il governo Draghi potrà procedere solo alle designazioni “strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali, non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare pienezza e continuità all’azione amministrativa”.
Ci sono anche tavoli finanziari importanti come la cessione di Ita o le reti di telecomunicazioni. In questo caso, fa sapere Palazzo Chigi, il “Ministero dell’economia e delle finanze eserciterà i diritti dell’azionista nelle società partecipate, previo assenso del Presidente del Consiglio”.