Andrea Masi se ne è andato! Aveva solo 18 anni. Il ragazzo è morto nella notte fra martedì e mercoledì per un incidente sul lavoro nel parcheggio del centro commerciale “Portello”, a Milano.
Secondo le prime ricostruzioni, il giovane operaio (regolarmente assunto dalla “NetWisp”) sarebbe stato seduto sul parapetto di una piattaforma elevatrice per lavorare a un quadro elettrico fissato al soffitto. Avrebbe dovuto installare o riparare la fibra ottica. Il collega che stava manovrando il muletto probabilmente non si è accorto che Andrea, intento ad armeggiare con fili e cavi, non solo era in una posizione abbastanza alta, ma anche di spalle rispetto all’architrave di una delle porte di ingresso al posteggio sotterraneo. Architrave contro cui il 18enne ha sbattuto in modo violento la nuca per poi perdere i sensi e cadere a terra. Inutili i tentativi di rianimarlo anche da parte dei medici del 118.
Il pm Nicola Rossato ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane. Autopsia in vista della quale si è reso necessario iscrivere nel registro degli indagati, per omicidio colposo, il titolare del titolare della NetWisp. Azienda nel Comasco specializzata nella installazione di fibre ottiche. Le indagini saranno condotte alla polizia in collaborazione con i tecnici dell’Ats. Le verifiche riguarderanno anche gli aspetti sull’affidamento dell’appalto, per capire se siano coinvolte altre società e per individuare le esatte responsabilità di eventuali omissioni in materia di sicurezza sul lavoro. L’inchiesta, che verrà affidata nei prossimi giorni a un pm del dipartimento che si occupa anche di infortuni sul lavoro, non è escluso che possa portare a nuove iscrizioni nel registro degli indagati.
Il Ricordo della Professoressa
Toccante il ricordo di Donatella D’Alelio, insegnante alle superiori di Andrea, che su Facebook ha così ricordato il suo ex studente. «Andrea che era entrato in classe bambino e che ne era uscito uomo con le spalle disegnate e il sorriso luminoso. Andrea col capo chino sugli esercizi, che aiutava tutti. Andrea che quando aveva preso 9 in verifica non ci credeva, Andrea che all’intervallo mi chiedeva se volevo il caffè, Andrea che quando mi si ruppe l’orologio di mio padre, quello che mettevo nei momenti difficili, quando avevo bisogno di conforto mi disse dia qua, prof che glielo aggiusto io, Andrea che rideva coi compagni, Andrea che io volevo continuasse a studiare e lui no prof, io voglio lavorare, Andrea che quel lavoro l’aveva trovato, Andrea che quel lavoro ce l’ha portato via. Lui Andrea, Andrea Masi, il mio alunno che ce l’aveva fatta».
Fonte www.leggo.it