Aveva solo 8 anni Emily e se ne è andata per un incidente sullo slittino guidato dalla mamma. Un errore di valutazione forse della donna, dato che le due sono scese dalla pista nera.
Il papà ha gridato «Ma dove state andando? Non andate su». Un grido forse pronunciato con tono spazientito, di certo preoccupato, quello che riecheggia ai piedi della pista nera della Cima Lago Nero, sul Corno dil Renon. La voce, ascoltata dai molti testimoni, è quella di un padre che guarda attonito la moglie, Renata Dyakowska, e la figlioletta Emily di 8 anni proseguire la risalita oltre la stazione intermedia della cabinovia alla quale si erano fermati lui e il figlio più grande della coppia di Reggio Emilia. Quelle parole, cariche di presagi nefasti, saranno le ultime che rivolgerà alle sue due donne.
Una volta raggiunta la vetta da cui si diramano una pista rossa e una nera dedicata agli sciatori esperti, la donna, con la manina della sua bimba in una mano e lo slittino nell’altra, forse non si accorge del tracciato che la aspetta e, invece che riprendere l’impianto in discesa, si avventura per la pista più pericolosa, la N6. Poche decine di metri dopo, il brivido della velocità lascerà il posto alla tragedia.
I molti sciatori che hanno assistito all’incidente hanno dato subito l’allarme. Il primo a raggiungere il posto, in motoslitta, è stato il comandante del soccorso alpino del Renon, Gottfried Fuchsberger. Al suo arrivo, per la piccola Emily non c’era più nulla da fare. «Vicino a lei si trovava la madre e ho capito subito che era in gravissime condizioni — riferisce il soccorritore —. Ho provato a praticare a entrambe un massaggio cardiaco fino a quando mi ha raggiunto il medico d’urgenza, atterrato in elicottero». Per la bambina ogni tentativo di intervento è stato inutile; il decesso è stato constatato sul posto. Renata Dyakowska, trasportata d’urgenza all’ospedale San Maurizio di Bolzano, è ricoverata in rianimazione. Fuchsberger non si spiega la disgrazia: «I cartelli di divieto per gli slittini ci sono, a inizio pista, e sono ben visibili. Probabilmente la signora si è confusa, deve aver perso l’orientamento. Non vedo altre spiegazioni».
Mentre con le piste già chiuse e il sole tramontato oltre il Renon proseguono i sopralluoghi dei carabinieri e dei responsabili della cabinovia sul luogo dell’incidente, Siegrfied Wolfsgruber, presidente della società che gestisce gli impianti di risalita, risponde ancora scosso al telefono: «Sono qui in caserma per aiutare le indagini in corso, ma sull’incidente non mi esprimo: ogni parola sarebbe di troppo. Quello che posso garantire è che da parte nostra tutte le procedure riguardanti la sicurezza sono state rispettate e tutti gli interventi che andavano fatti in pista sono stati eseguiti. La pista interessata è l’unica nera ma aveva un chiaro segnale di divieto agli slittini. Non c’è alcun problema di sicurezza sugli impianti, è una disgrazia che non potevamo evitare».
Fonte corriere.it/di Silvia M.C.Senette
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