Le croci vengono costruite il legno grezzo, levigate e dipinte di rosso in segno di protesta. I cittadini sono invitati a fabbricare le croci e portarle ovunque, nelle case, all’aperto, le più piccole possono essere anche indossate. Un messaggio su Weibo recita: “Lasciate che le croci mettano radici nel cuore di ciascuno“.
Padre Chen Kaihua
ha invitato anche i fedeli di altre zone a unirsi alla loro protesta non violenta: “domani vedrete croci sorgere in tutto lo Zhejiang” scrive padre Chen su Weibo.Maya Wang, ricercatrice dell’Osservatorio sui Diritti Umani in Asia, riferisce che la campagna di rimozione delle croci costituisce un attacco senza precenti lanciato dal governo cinese contro la società civile: “Il governo è sempre stato sospettoso nei confronti della religione – in Cina non è possibile professare liberamente la propria fede, e solo 5 culti ufficiali vengono ammessi – ma la cosa importante da sottolineare è che le croci che vengono rimosse appartengono a chiese cristiane che rientrano tra quelle ufficialmente riconosciute dal governo. Questo è un chiaro segnale” aggiunge Wang “che la politica, da sempre poco tollerante verso la religione, con il presidente Xi è diventata ancora più intransigente”.
Il quotidiano cinese online Gospel Herald ha rivelato che sono almeno 1.200 le croci che sono state abbattute nella sola provincia di Zhejiang
dal 2014 ad oggi. Nelle ultime settimane c’è stato addirittura un’intensificarsi delle attività deòl “clean-up movement”.
Nel mese di maggio sono state diffuse su internet le fotografie scattate durante l’abbattimento della croce della chiesa di Huzen, nella città di Lishui. Nell’immagine si vede un mezzo del governo accanto alla croce in fiamme. Gli ufficiali addetti alla rimozione hanno però dichiarato di non avere intenzionalmente appiccato il fuoco. Stando al loro rapporto. La croce si sarebbe incendiata spontaeamente mentre veniva rimossa…
Venerdì scorso Mons. Vincent Zhu Weifang, vescovo novantenne di Wenzhou e 26 sacerdoti della sua diocesi hanno manifestato davanti alla sede del governo della città per chiedere la fine del programma di demolizione delle croci in atto nel Zhejiang.
[box]leggi l’articolo: Wenzhou: Vescovo 90enne e 26 preti manifestano contro la demolizione delle croci [/box]
Questa è la quarta volta che la comunità ufficiale di Wenzhou esprime pubblicamente il suo scontento contro la demolizione delle croci. Mons. Zhu aveva inviati la sua lettera pastorale dal titolo “Non temere, ma abbi fede”, chiedendo con urgenza al governo di fermare la campagna di demolizioni. I suoi sacerdoti lo hanno seguito e il giorno dopo hanno pubblicato una dichiarazione firmata. In seguito, la diocesi ha pure espresso le sue perplessità e giudizi sulle nuove norme per la costruzione degli edifici religiosi nella provincia del Zhejiang, criticate anche da alcune comunità protestanti.
Di Alessandro Ginotta per PAPABOYS 3.0
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