PECHINO – L’ammissione arriva sotto forma di minacce: il segretario comunista del Tibet avverte di “punizioni severe” quei quadri che seguono il Dalai Lama o addirittura lo sostengono. Nel frattempo una delegazione disciplinare torna dal Zhejiang, dove è in corso la campagna di demolizione contro le chiese e le croci cristiane, e denuncia la presenza di “molti membri del Partito che seguono la religione cristiana”.
I funzionari del Partito comunista del Tibet “che covano fantasie sul gruppo del 14mo Dalai Lama, lo seguono o addirittura partecipano alle sue attività separatiste saranno puniti in maniera severa, secondo la legge e le misure disciplinari interne”. Lo scrive il capo dei comunisti del Tibet, Chen Quanguo, in un articolo apparso questa mattina sulla prima pagina delTibet Daily. Allo stesso tempo, una squadra di investigatori della Commissione disciplinare centrale – l’organo di gestione interno al Pcc – è tornata dal Zhejiang, dove molti quadri intermedi “si sono dimostrati essere dei fedeli, cristiani o di altre religioni”.
Una fonte tibetana, anonima per motivi di sicurezza, spiega: “La notizia non è che i quadri vicini al Dalai Lama, o addirittura suoi seguaci, saranno puniti dalla legge. La vera novità è che il Partito è costretto ad ammettere che alcuni suoi membri sono fedeli buddisti, e persino vicini alla causa tibetana”.
Con ogni probabilità, il riferimento del segretario Chen è alle dichiarazioni rilasciate lo scorso mese dallo stesso Dalai Lama riguardo un suo possibile pellegrinaggio in Cina. Lo scorso 3 ottobre, dal suo esilio forzato a Dharamsala, il leader religioso ha dichiarato di “aver chiesto in maniera informale ad alcuni amici, fra cui membri – in carica o in pensione – del Partito comunista, di potermi recare sul monte sacro Wutai. Questi hanno preso in considerazione l’idea e mi faranno sapere”.
Il timore che la coscienza religiosa possa prendere piede all’interno del Partito è evidenziato anche dal fatto che la Commissione centrale per l’ispezione e la disciplina – l’organo di controllo del Pcc – ha inviato una delegazione nel Zhejiang orientale, dove da alcuni mesi va avanti una campagna di demolizione contro le chiese e le croci cristiane. Al termine dell’inchiesta, scrive il Quotidiano del Popolo, la delegazione “ha scoperto molti membri del Partito che sono di fatto fedeli religiosi”, cristiani o di altre fedi. Nonostante la libertà religiosa sia garantita dalla Costituzione cinese, essa è molto spesso violata dal governo; inoltre, ai funzionari comunisti è proibito seguire un qualunque credo. Fonte: asianews.it