L’annuncio del viaggio di Giovanna Battista Montini, Papa dal 21 giugno 2013, rimbalzò il 4 dicembre dello stesso anno, durante il discorso finale fatto dal pontefice nella seconda sessione del Concilio Vaticano II. “Siamo così convinti che per ottenere un buon esito del Concilio si devono elevare pie suppliche, moltiplicare le opere e, dopo matura riflessione e molte preghiere rivolte a Dio, abbiamo deliberato di recarCi come pellegrino in quella terra, patria del Signore Nostro Gesù Cristo. (…) Vedremo quella terra veneranda, di dove San Pietro è partito e nella quale nessun suo Successore è mai tornato. Ma Noi umilissimamente e per brevissimo tempo vi ritorneremo in spirito di devota preghiera, di rinnovamento spirituale, per offrire a Cristo la sua Chiesa; per richiamare ad essa, una e santa, i Fratelli separati; per implorare la divina misericordia in favore della pace, che in questi giorni sembra ancora vacillante e trepidante; per supplicare Cristo Signore per la salvezza di tutta l’umanità.”
Un mese dopo, il Papa atterrava in Giordania per tre giorni intensi di pellegrinaggio che lo portarono dal sito del Battesimo di Cristo, a Betania, ai Luoghi della Passione di Cristo (Via dolorosa, San Sepolcro, Getsemani), in Galilea (con soste a Nazareth, Cana, Tabgha, Cafarnao, Monte delle Beatitudini e Tabor), infine il ritorno a Gerusalemme con la visita al Cenacolo e per ultimo a Betlemme.
L’incontro con Atenagora, Patriarca di Costantinopoli, fu uno dei momenti particolarmente forti del viaggio ed ebbe luogo per iniziativa del Patriarca che, all’annuncio del pellegrinaggio, lo propose al Pontefice. Gli incontri furono due, il primo la sera del 5 gennaio, presso la Delegazione apostolica sul Monte degli Olivi, con una piccola rappresentanza di prelati; il secondo il 6 gennaio presso la residenza del Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, sul Monte degli Olivi. Fu questo secondo incontro ad avere un’incredibile diffusione mediatica.
Vedere un Papa salire su un aereo per recarsi in Terra Santa fu una rivoluzione. Vederlo attorniato da una folla in ogni suo spostamento, fu uno choc. Irene, volontaria della Custodia, ricorda che le immagini televisive suscitarono in lei timore per la vita del Papa. Padre Lugans, l’allora direttore della rivista Terra Santa, scrisse a tale proposito: “Si è parlato di calca, di ressa, di disordine inimmaginabile, di presa d’assalto, di folla agitata … Io preferisco parlare d’ingresso trionfale, di gioia popolare, di delirio entusiasta e inarrestabile.”
Un Papa che domanda di vedere il «suo popolo», mantenuto a distanza a Nazareth per “motivi di sicurezza”, che visita un malato a casa sua, che lascia il Custode per andare a benedire un bambino paralizzato, che abbandona i Cardinali del suo seguito a colazione per riprendere, il più velocemente possibile, il cammino verso Cafarnao ….
Vedendo come Paolo VI ha disarmato il suo seguito per la sua audacia, non si vede l’ora che arrivi Papa Francesco!
Per rivivere la visita di Paolo VI in Terra Santa, le riviste Terra Santa della Custodia hanno dedicato un dossier all’evento. La rivista italiana (it) nel suo numero di novembre-dicembre2013, le riviste spagnola e francese in quello di gennaio-febbraio 2014. Queste tre riviste, già all’epoca e ciascuna secondo il proprio stile, avevano pubblicato dei numeri speciali.
Inoltre, per celebrare i 50 anni di questo pellegrinaggio, il Christian Information Center, allestirà un’esposizione commemorativa presso la sua sede a Porta di Giaffa.
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