Ha avuto un ictus quando era ancora nel grembo materno. La pittura è la sua forma di comunicazione. Oggi ha 12 anni e farà la sua prima mostra personale
Per uno di quegli strani casi che neppure il destino riesce a spiegare, Clara è stata colpita nel posto più sicuro al mondo: il pancione di mamma. Un ictus le ha divorato segretamente quella parte della mente specializzata nel linguaggio. Quando è nata, nessun medico se n’è accorto. Poi, a sette mesi, i primi segni e dopo una risonanza magnetica, l’agghiacciante telefonata alla mamma. «Sua figlia non parlerà, non riuscirà a leggere, non avrà una vita normale, sopravvivrà come un vegetale». «Con le lacrime agli occhi ho guardato la mia bambina, ho creduto di non avere più speranze — ricorda oggi mamma Betina —. E invece…».
E invece, con il tempo, Clara (mamma brasiliana, padre canadese) non solo ha imparato a capire tre lingue ma ha scoperto un altro linguaggio e ha iniziato a parlare con i colori. Non aveva compiuto ancora 4 anni quando con la tavolozza si è messa a dipingere. Figure fantasmagoriche, sentimenti trasmutati in macchie, geometrie, magiche ondulazioni, estetica di un’artista bambina. «E oggi, otto anni dopo, Clara sarà protagonista della sua prima “personale” — annuncia felice la mamma — e presenterà una quindicina di opere. È già molto emozionata».
Sono dipinti su tavole e tele, paesaggi, ritratti, visioni, una serie dedicata ai gatti, altre creazioni che hanno un parallelismo con le opere di una donna che Clara considera una delle sue più intense muse ispiratrici: l’artista messicana Frida Kahlo. «Regalai a mia figlia un libro su Frida, con le sue opere e le sue immagini — ricorda Betina —. La pittura della Kahlo le apriva l’anima, la imitava, comunicava con noi con i gesti e con i colori di questa donna così creativa capace di convivere anche lei con un grave problema di disabilità. Credo che Clara sia entrata in osmosi con l’arte di Frida. Si è dischiusa ancora di più al mondo e ha iniziato a dipingere con più amore».
Ci sono stati anche anni difficili. La bambina cresceva, dipingeva, sembrava chiacchierare con i colori, e poi quando il dipinto pareva quasi terminato, lo nascondeva passandoci sopra pennellate di nero, come se all’improvviso su quel quadro fosse scesa una notte senza stelle. A un tratto Clara aveva anche abbandonato la pittura. Poi, nel 2015, la rinascita.
La mostra si aprirà il 10 marzo in un luogo atipico. Una pasticceria di Campi Bisenzio, nell’hinterland di Firenze, vicino a Calenzano dove la famiglia Woods vive. «Un modo per rendere la mostra ancora più dolce e appetibile — scherza la madre —. L’ironia ci piace, abbiamo imparato a vivere in salita sorridendo e guardando al futuro con ottimismo».
Il padre della ragazzina ha altre due figlie amatissime dal primo matrimonio e una di queste è stata colpita da distrofia muscolare. A volte qualcuno si chiede come fa questa famiglia a vivere tanto serenamente. «Ma noi siamo felici — risponde Betina — e speriamo che un giorno Clara possa anche iniziare a parlare in una delle tre lingue che conosce. Intanto si è innamorata di van Gogh e lo sta studiando attentamente».
A volte si perde nella magia della Notte Stellata, uno dei capolavori del grande artista olandese. Ma non è più il colore della tenebra che cancellava i suoi dipinti di bambina. Quelle stelle adesso brillano davvero.
Fonte: Corriere on line
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