Musicae et Ars

Claudia Koll, parole di fede. ‘Ho detto: Tu sei mio Padre Signore, desidero conoscerti!’ Da quel momento…

La testimonianza di Claudia Koll che vi proponiamo sta girando in queste ore sul web; ci ha molto colpito e per questo motivo, verificata, ve la proponiamo.

Un giorno stavo firmando un contratto che mi offriva molti soldi. Il ruolo non era negativo, ma non era un film che dovevo accettare perché avrei dovuto incontrarmi nuovamente con persone che avevo promesso al Signore di non incontrare mai più. Appena firmai quel contratto, sentii che avevo sbagliato.

Ma, a causa della mia debolezza, non sono riuscita a dire di no. Quando ho ricevuto i primi soldi per quel film, ho cominciato a distribuirli ai poveri in Chiesa. Sentivo che quei soldi non mi appartenevano, che erano soldi di un tradimento!

La mia conversione ebbe inizio qualche tempo prima. Un giorno si è verificata una situazione drammatica che richiedeva una soluzione, ma io non ero in grado di trovarla. Ricordo che ero disperata, non sapevo cosa fare. Camminavo su e giù per la stanza. Ad un certo punto mi sono rivolta a Dio.

Ho cominciato a pregare il Padre nostro stringendo in mano la croce che un amico mi aveva regalato alcuni giorni prima. Quando tutto il mio essere era rivolto a Dio ero stretta alla croce, ho sentito una liberazione. Mi sono sentita immersa in una pace profonda. E mi sono riposata in quella pace. Non sentivo più né preoccupazione, né paura, c’era solo silenzio, era un silenzio profondo che prima non conoscevo. Quel silenzio mi parlava di Dio.

Non ho visto il Signore, ma ho sentito la sua presenza. Gli ho chiesto: “Perché hai fatto questo, perché mi hai consolato, io non lo merito?!”. Allora ho detto: “Tu sei mio Padre, io ti ho pregato col Padre Nostro e ho detto: desidero conoscerti”. E questa è stata la mia preghiera! Il Signore non ha eliminato la mia sofferenza, ma ha camminato con me e mi ha aiutato a risolverla pian piano.Soprattutto devo dire che quella sofferenza è stata per me la via per giungere a Dio e pian piano ho sentito il bisogno di tornare in Chiesa, di dimorare nella Chiesa, perché lì ho riconosciuto il silenzio e la pace di Dio e cosi, piano piano, ho cominciato ad andare alla Santa Messa. Il Signore cominciò a guarirmi attraverso i Sacramenti”.

(E’ seguito il suo lavoro per le missioni, il viaggio in Etiopia dove ha incontrato una grande miseria, la fame, bambini piccoli che quasi morivano di fame)

“Mi ricordo di un ragazzino che aveva gli occhi chiusi non perché fosse malato, ma perché non aveva acqua. I suoi occhi erano sporchi. Aveva un occhio infiammato a causa della sporcizia e gli occhi gli si erano chiusi. Gli ho pulito gli occhi con un fazzolettino umido. E mentre io gli aprivo gli occhi, il Signore li ha aperti a me. Vivevo nel lusso, avevo tappeti di grande valore, un servizio d’argento per mangiare, ma tutto questo non ha salvato la mia vita. Ed ho cominciato a vedere tutto con altri occhi ed ho compreso che dovevo dare una parte della mia ricchezza a qualcuno che non ha niente”.

“Quando è iniziato il mio cammino di conversione, le prime persone che Dio ha messo sulla mia strada sono state i malati di AIDS. E proprio attraverso un giovane che era malato di AIDS, attraverso la sua sofferenza, ho riconosciuto Cristo. Ho cominciato a riflettere su Gesù che nel Getsemani aveva sudato sangue ed aveva paura della morte. Quel giovane era a letto e stava molto male, ma non poteva parlare perché la malattia aveva colpito il centro della parola. Ma aveva degli occhi che mi parlavano delle sue paure. E quando l’ho preso per mano ho sentito nel cuore un grande amore. Un amore che non avevo mai sentito, un amore forte e tenero. E quell’amore mi ha convertito.

Quando guardo al mio passato, adesso rifletto su quante volte Gesù sarà entrato in posti del genere, ma i miei occhi erano ciechi e non potevo riconoscerlo. Ho conosciuto questo solo quando è iniziato il mio cammino di conversione. In coloro che soffrono è presente Cristo.

La Madonna è sempre stata presente nella mia vita, dal momento della mia nascita. Quando avevo otto o dieci anni, non mi ricordo bene, ho visto un film sulla Madonna di Fatima. Allora ho detto: La Madonna non è una statua, è una donna. E mi colpiva molto il fatto che la Madonna avesse dato un compito così importante ai veggenti.

A Medjugorje, quello dell’ apparizione è un momento in cui tutto si interrompe. Vedevo che pioveva, ma non sentivo la pioggia sull’ombrello. Non mi interessava troppo guardare la veggente, ma pregare davvero”. E lì ho sentito l’amore della Madonna in un modo indescrivibile….”

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