Morire di freddo in una notte di dicembre, a pochi giorni dal Natale. Morire di freddo a Roma, nella città di papa Francesco che ha fatto dell’accoglienza e dell’amore verso gli ultimi uno dei punti fermi del suo pontificato. Capita ancora troppo spesso che queste vite senza una casa si spezzino senza che nessuno se ne accorga.
Una strage silenziosa che prosegue senza che si riesca a trovare una soluzione efficace. L’ultima vittima del freddo, ieri mattina in via del Trullo. Il clochard non era un invisibile, ma aveva una storia e un nome: Grzegorz Sieja, 58 anni, polacco. In molti nella zona lo conoscevano. Lo hanno trovato avvolto nelle coperte, in un giaciglio improvvisato che evidentemente non è servito a ripararlo. La causa del decesso, secondo il medico legale, sarebbe il clima rigido di questi giorni che sta mettendo a serio rischio la vita di tutti i senzatetto della capitale e non solo.
Dolore e preoccupazione “di fronte alla morte per freddo di chi, anche d’inverno, dorme per strada” manifesta la Comunità di Sant’Egidio alla notizia del ritrovamento del corpo privo di vita nel suo giaciglio in strada. In una nota la Comunità rileva che la vittima “non era un invisibile, ma aveva una storia e un nome.
E mentre occorre accelerare l’impegno per rendere Roma più accogliente e solidale, “non si può restare indifferenti nei confronti di questo ennesimo dramma dei senza dimora”. Per questo è stato programmata per domani alle 16 una veglia in ricordo della vittima in via del Trullo, angolo via di Montecucco, cioè il luogo in cui l’uomo è stato ritrovato senza vita.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it)