RACCOLTA STRAORDINARIA – Donate 4.770 tonnellate di cibo che verranno distribuite alle strutture caritative. La soddisfazione del presidente della Fondazione Banco alimentare Onlus, Andrea Giussani. Sbloccati i dieci milioni di euro per gli aiuti alimentari previsti nella Legge di stabilità. La necessità di un’efficiente lotta allo spreco e di recupero delle eccedenze agro-alimentari anche in Europa
È soddisfatto Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco alimentare Onlus. Nel corso della colletta straordinaria, organizzata sabato 14 giugno in oltre 6mila punti vendita in tutta Italia, sono state raccolte 4.770 tonnellate di cibo che verranno distribuite alle oltre 8.900 strutture caritative – tra cui Caritas, Comunità di Sant’Egidio, San Vincenzo de’ Paoli, Croce rossa – che ogni giorno assistono sul territorio nazionale 1.900.000 bisognosi. Poco meno della metà dei 4 milioni e 800mila poveri che vivono grazie ai pacchi alimentari loro donati, o ai pasti delle mense. Tra questi, più di 400mila sono bambini con meno di 5 anni. Nel frattempo, proprio alla vigilia della raccolta straordinaria che per la prima volta si è aggiunta al consueto appuntamento annuale di fine novembre, sono stati sbloccati i dieci milioni di euro per gli aiuti alimentari entrati in Legge di stabilità lo scorso dicembre e finora rimasti fermi al ministero dell’Agricoltura, che verranno impiegati per l’acquisto di 12mila tonnellate di pasta e 2.700 tonnellate di farina.
“La colletta non poteva che avere una risposta straordinaria – afferma Giussani -. Innanzitutto da parte di chi l’ha sostenuta nella faticosa e rapidissima organizzazione: oltre alla sempre viva rete degli amici del Banco alimentare, si sono mobilitate anche le migliaia di strutture caritative, con i loro volontari”. Una mobilitazione “silenziosa ma entusiasta” che ha visto oltre 60mila volontari nei diversi punti vendita accogliere e informare i clienti, e raccogliere e smistare i prodotti donati che si aggiungono alle oltre 9mila tonnellate raccolte durante la consueta Giornata nazionale, lo scorso 30 novembre. Da Giussani l’auspicio che le istituzioni sappiano “superare rapidamente ogni complessità burocratica per dare immediata attuazione ai Programmi italiano ed europeo di aiuti alimentari”.
Il 31 dicembre 2013 si è concluso dopo vent’anni il progetto Pead, basato sulle scorte da sovrapproduzione agricola e gestito dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), che distribuiva beni non solo al Banco alimentare ma pure ad altri enti caritativi. A sostituirlo è il Fead, Fondo di aiuti europei agli indigenti, formalmente attivato e finanziato dall’Ue con 3,5 miliardi di euro fino al 2020, 595 milioni per la sola Italia. L’istituzione del nuovo fondo, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il 12 marzo scorso, prevede sei mesi per ogni Stato membro per mettere a punto i programmi operativi relativi ad aiuto alimentare, assistenza materiale di base, e inclusione sociale. Proprio nell’attesa che il programma diventi operativo e nella convinzione che ciò non avverrà prima dell’autunno, il Banco alimentare ha promosso la colletta straordinaria di sabato.
Il diritto all’alimentazione si soddisfa però anche attraverso un’efficiente lotta allo spreco. Nel solo 2013, fa sapere la Fondazione del Banco, sono state recuperate nel nostro Paese 71mila tonnellate di cibo, tra pasti intonsi salvati dalle mense, pane e prodotti orto-frutticoli. Alimenti destinati ai circa 2 milioni di utenti degli enti della rete. Ecco perché anche questo aspetto rientra nelle richieste avanzate dal Banco alimentare, per bocca del direttore generaleMarco Lucchini, ai neoparlamentari di Bruxelles, tenuto conto che nel continente 125 milioni di persone sono a rischio povertà o esclusione sociale. Anzitutto, spiega Lucchini, “chiediamo di impegnarsi a garantire il diritto all’alimentazione e l’accesso a cibo nutriente, sicuro e sufficiente” per tutti i cittadini, “in particolare i più indigenti”. Occorre inoltre promuovere politiche di recupero delle eccedenze alimentari, “secondo una gerarchia che riconosca il valore del cibo e dia la priorità al consumo umano, rispetto al consumo animale, all’uso industriale e allo smaltimento”. Lucchini chiede anche di chiarire il contesto giuridico relativo alle donazioni alimentari alle organizzazioni caritatevoli che si occupano di distribuzione di prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, e di promuovere incentivi fiscali e legali che favoriscano il recupero delle eccedenze da tutta la filiera agro-alimentare. Quarto punto, “semplificare e applicare esenzioni alle norme fiscali e di igiene Ue per le organizzazioni caritatevoli che si occupano di distribuzione di prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, pur assicurando alti standard di food safety per i beneficiari finali”. di Giovanna Pasqualin Traversa per Agenzia Sir