In una lettera, il card. Leonardo Sandri, spiega l’importanza della Colletta pro Terra Santa
(di Roberta Barbi) Un’occasione per contemplare da vicino il mistero di Gesù morto e Risorto, ma anche un modo per farsi idealmente pellegrini insieme a Gerusalemme: l’annuale Colletta per la Terra Santa del Venerdì Santo è anche questo, nelle parole che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, affida a una lettera in vista del rinnovarsi dell’evento. Il porporato fonda il suo messaggio sul concetto di fraternità che già per san Francesco d’Assisi era la chiave di rilettura di tutti i rapporti della vita, “religiosi, economici, ecologici, politici, comunicativi. Il fondamento del nostro essere tutti fratelli e sorelle è proprio sul Calvario”. Anche Papa Francesco nel 2020 è tornato sulla questione, donandoci l’Enciclica Fratelli tutti, in cui, nota, “ha voluto ricordarci le conseguenze di questo dono di riconciliazione”.
Con la consapevolezza che il 2020 è stato un anno di prova per tutti, il prefetto sottolinea le particolari difficoltà che hanno dovuto affrontare e affrontano ancora la Città Santa di Gerusalemme e la piccola comunità cristiana che dimora in Medio Oriente e “che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo”. “Nel 2020 i cristiani di quelle terre hanno sofferto un isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo”, ha spiegato. I cristiani hanno patito la perdita del lavoro dovuta all’assenza di pellegrini, che si è sommata in alcuni Paesi al persistere della guerra e delle sanzioni che di fatto hanno aggravato gli effetti della pandemia. “Inoltre – ha continuato -è venuto meno anche parte dell’aiuto economico che la Colletta pro Terra Sancta ogni anno garantiva, a motivo delle difficoltà di poterla svolgere in molti Paesi nel 2020”.
Nell’esortare tutti a partecipare alla prossima Colletta, il cardinale Sandri ha ricordato come Papa Francesco abbia offerto a tutti i cristiani “la figura del Buon Samaritano come modello di carità attiva, di amore intraprendente e solidale”. Sempre il Santo Padre ha poi, spesso, stimolato a “superare l’indifferenza di chi vede il fratello o la sorella in difficoltà e passa oltre”. Come spiega ancora il prefetto vaticano, infatti, la Colletta deve essere per tutti “un’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi Santi”. Un piccolo gesto di solidarietà, dunque, che San Francesco avrebbe chiamato “di restituzione”. Solo così, secondo il porporato, quelle comunità potranno “resistere alla tentazione di lasciare il proprio Paese, le parrocchie potranno proseguire la loro missione pastorale e si potrà continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale in favore dei poveri e dei sofferenti”.
Infine, ma non per ultimo, l’appello del cardinale Sandri tocca il tema della tutela dei Luoghi Santi, che la Colletta, in parte, finanzia: “Non possiamo rinunciare a prendercene cura – ha detto – essi sono la testimonianza concreta del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dell’offerta della sua vita fatta per amore nostro e per la nostra salvezza”. In conclusione della lettera, il porporato fa sue ancora una volta le parole rivolte duemila anni fa da San Paolo ai Corinti: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà – ha ribadito – Dio ama chi dona con gioia”.
Nata dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi santi, in tempi recenti è stato Paolo VI a darle una spinta decisiva attraverso l’Esortazione Apostolica Nobis in Animo del 25 marzo 1974. La Custodia francescana, cui sono affidati i Luoghi Santi, attraverso la Colletta può portare avanti la missione a cui è chiamata: oltre alla conservazione dei Luoghi Santi, il sostegno e lo sviluppo della minoranza cristiana locale, la liturgia, le opere apostoliche, l’assistenza ai pellegrini. Nel 2020, su richiesta della stessa Congregazione per le Chiese Orientali, a causa della pandemia, l’appuntamento venne spostato al 13 settembre. Nello stesso anno, fortemente segnato dal Covid, grazie al fondo d’emergenza istituito dalla Congregazione e alla collaborazione di varie agenzie della Roaco (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali) sono stati finanziati 303 progetti in 24 Paesi, oltre a provvedere al sostentamento di sacerdoti e religiosi.
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