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Come i cattolici non latini attendono il Papa?

 latini, maroniti, melchiti, caldei, siriaci, copti e armeni.GERUSALEMME – Come i cattolici di rito latino, allo stesso tempo anche i cattolici melchiti, maroniti, caldei, siriaci, copti e armeni si preparano ad accogliere in Terra Santa il Papa, capo della Chiesa cattolica. Una visita che comporta talvolta parecchie sfide, dato che i tanti vescovi approfitteranno di questo viaggio per visitare eccezionalmente i loro fedeli.

Sono molti i cattolici che, in Terra Santa, attendono la venuta del Papa: latini, maroniti, melchiti, caldei, siriaci, copti e armeni. E la loro presenza solleva anche molte domande. Sarà possibile per loro partecipare alla Messa a Betlemme? Avranno l’opportunità di vedere il Papa, anche da lontano? Vorranno trovare parole d’incoraggiamento nei vari discorsi di papa Francesco?

Una cosa è certa : questa visita coinvolge tutti, e ciascuno vi mette la propria energia per preparare al meglio questo weekend breve ma intenso, durante il quale nessuno avrà davvero tempo di respirare. Per la Messa di Betlemme sono necessari biglietti, ricercati, proposti, dati… Questo è pressappoco l’unico momento in cui tutti i cattolici potranno ritrovarsi e pregare insieme, in una liturgia che sarà principalmente in rito latino, ma che integrerà elementi appartenenti a ciascun rito, come la lettura del Vangelo in greco o l’esecuzione dei canti da parte delle Corali che provengono da comunità delle differenti Chiese.

I vescovi sono unanimi. Loro aspettano parole di conforto e di sostegno da parte del Papa. Desiderano che la voce dei cristiani si faccia sentire, affinché siano preservati dall’esclusione dalla società e dalla stretta tra ebrei e musulmani, ma anche per promuovere la pace in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente. Una pace che è allo stesso tempo politica e religiosa.

Non c’è solo una visita

La visita del Santo Padre è di per sé un evento che richiede una preparazione assai efficiente, ma che è capace di produrre altri avvenimenti. Se i melchiti saranno interessati solo a papa Francesco, i maroniti riceveranno, per la prima volta dalla creazione dello Stato d’Israele, dal 1948, la visita del loro Patriarca, il cardinale Ra’i. Quale visita sembrerà loro più importante? Questa è una domanda che non ha nessuna risposta, se non un sorriso malizioso. Ma la gioia di accogliere il Primate della Chiesa maronita è molto grande e richiede di per sé un’importante preparazione a Gerusalemme e ad Haifa, dove il card. Ra’i ha previsto di incontrare famiglie e parrocchie.

Anche altre chiese cattoliche aspettano la visita dei loro rispettivi patriarchi. Questi ultimi contano per la maggior parte di partecipare alla Messa di Betlemme e di stare affianco al Papa durante l’incontro con il Patriarca di Costantinopoli nella Basilica del Santo Sepolcro. Andranno anche a incontrare i loro fedeli che abitualmente vedono poco.

I cattolici non latini troveranno il tempo di celebrare la venuta del Papa. Ma, appartenendo a riti minori nella Chiesa cattolica, la visita dei loro rispettivi patriarchi contiene probabilmente delle scommesse supplementari che assaporeranno più a lungo. Di Pierre Loup de Raucourt fonte: Patriarcato Latino di Gerusalemme

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