«Economy of Francesco», l’evento internazionale previsto ad Assisi a fine marzo e spostato in novembre, non è l’unico dirottato alla seconda metà dell’anno a causa del coronavirus. A slittare è ora anche il «Global Compact on Education», raduno già annunciato e promosso da papa Francesco per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, che avrebbe dovuto aver luogo il 14 maggio, con una serie di appuntamenti complementari tra il 10 e il 17 maggio e che invece si svolgerà dall’11 al 18 ottobre, con l’adesione al Patto il 15 ottobre.
Anche per questo incontro, dunque, come ha spiegato ieri il comunicato della Congregazione per l’Educazione cattolica a cui è affidato l’evento, «l’incertezza legata alla diffusione del Coronavirus, così come le decisioni assunte dalle autorità pubbliche su scala mondiale, hanno portato alla decisione di rinviare l’atteso incontro, proprio per permettere la più ampia e serena partecipazione possibile». A tramontare ormai è anche l’ipotesi di un eventuale viaggio apostolico tra Indonesia, Papua Nuova Guinea e Timor Est.
Tuttavia, mentre l’emergenza virale ha fatto ricorrere a precauzioni e disporre la chiusura temporanea anche delle catacombe, nessun allarmismo e nessuna misura draconiana ha investito il Vaticano.
Nei giorni scorsi nella Città del Vaticano è aumentata discretamente la prudenza: ai varchi di ingresso viene fornita – già da fine gennaio – una informativa sul virus, mentre negli ultimi giorni «è stato deciso di mettere dei dispenser con un igienizzante per le mani negli Uffici per l’accesso allo Stato». L’ha reso noto la Sala Stampa vaticana, informando anche che “c’è un infermiere e il medico di guardia per l’assistenza immediata negli ambulatori della Direzione sanità e igiene nel caso di pazienti con sintomi riconducibili al Coronavirus, che mettono in atto le procedure previste come da accordi con il Ministero della Salute italiano».
Il 25 febbraio la Direzione aveva diffuso in sette punti i consigli pratici per i cittadini dello Stato vaticano per evitare il contagio. Mercoledì scorso la prima udienza del Papa ai tempi del coronavirus, svoltasi in piazza San Pietro, non è cambiata molto: qualche mascherina tra la folla e defezioni tra i pellegrini, con la piazza piena solo fino all’obelisco, ma con il Papa che al termine dell’udienza non ha annullato il consueto giro tra la folla per salutare i fedeli.
Per quanto riguarda papa Francesco, nella tradizionale processione del Mercoledì delle Ceneri all’Aventino aveva mostrato segni di una indisposizione da raffreddamento. Giovedì 27 Francesco non si è recato alla Basilica di San Giovanni in Laterano per la liturgia penitenziale di inizio Quaresima con il clero romano. Il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha confermato «una lieve indisposizione, per cui il Santo Padre ha preferito restare negli ambienti vicini a Santa Marta». Una nuova comunicazione il giorno seguente aveva quindi reso noto che il Papa aveva celebrato la Messa mattutina a Santa Marta salutando tutti i partecipanti ma aveva poi ritenuto di annullare le udienze ufficiali previste nella giornata mentre sarebbero rimasti invariati gli incontri fissati in agenda a Casa Santa Marta.
È stato poi comunicato ufficialmente che il Papa, sempre a causa della suo raffreddore, non avrebbe partecipato agli Esercizi spirituali ad Ariccia. Nei giorni scorsi nel web è tuttavia dilagata addirittura l’attribuzione al coronavirus della sua indisposizione stagionale. Ieri a fare notizia è stato persino un condizionale, per il quale il Papa «si sarebbe sottoposto per precauzione al tampone, risultato poi negativo».
Ma il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni fa sapere che “iI raffreddore diagnosticato al Santo Padre nei giorni scorsi sta facendo il suo corso, senza sintomi riconducibili ad altre patologie. Nel
frattempo Papa Francesco celebra quotidianamente la Santa Messa e segue gli esercizi spirituali che si stanno svolgendo presso la Casa Divin Maestro ad Ariccia”.
Domenica scorsa all’Angelus è stato il Papa stesso, affacciandosi dalla finestra su Piazza San Pietro a dire della sua indisposizione da raffreddamento: «Purtroppo, il raffreddore mi costringe a non partecipare agli Esercizi, quest’anno: seguirò da qui le meditazioni». Il Papa non ha sospeso del tutto la sua attività pubblica: ieri ha inviato un breve messaggio in occasione della «Settimana Laudato si» (16-24 maggio) «campagna globale» a 5 anni dall’enciclica: «Che tipo di mondo vogliamo lasciare a coloro che ci succedono, ai bambini che stanno crescendo? Rinnovo la mia chiamata urgente per rispondere alla crisi ecologica. Il grido della terra e il grido dei poverì non possono attendere».
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