Non è il momento migliore per diventare cristiani, tantomeno cattolici. Non è per niente di moda. Anzi, è decisamente da kamikaze: prova a esprimere un concetto vagamente cristiano sui social, e preparati ad essere fatto a pezzi (metaforicamente, per ora.)
Quando ho cominciato a rivelare, con cautela, che ho cominciato il cammino catecumenale, l’unico non cattolico che ha accolto la notizia con gioia e lealtà è stato mio marito, scozzese protestante e ufficialmente Persona Meravigliosa, il cui commento è stato: sono contento, perché so che hai cercato tanto. Le altre reazioni, per ora, possono essere raccolte in tre categorie:
–bocca aperta (ma veramente credi a quella roba? Modo relativamente gentile di dire ma sul serio ti sei fatta gabbare dalla Brigata del Turibolo?)
–voto di sfiducia (sei una di loro, non mi fido più, d’ora in poi ti parlerò come se fossi Suor Gentilia venuta a prendere un caffè, anzi una tisana che il caffè fa troppo laico…)
–e infine, il disprezzo (ecco, ora sei bigotta, vorrai mandare al rogo tutti, i non cristiani, i gay, i trans, quelli che vanno in discoteca, gli Hare Krishna, gli abbonati a Topolino, il postino, mia nonna e la signorina del Meteo).
Per questo ne parlo a pochi, e piano piano, a bassa voce.
Questo pezzo sul blog di Costanza è il mio coming out.
Se rivelassi che sono gay, i miei amici farebbero a gara per sostenermi. Se decidessi di essere trans assessori e sindaci farebbero la fila per acclamarmi simbolo di libertà, di autorealizzazione, di una nuova era in cui ciascuno si reinventa come vuole.
Ma la mia decisione, il mio cambiamento va controcorrente. Sarò una di quelle che sui social media vengono insultate e zittite, sarò una di quelle persone nemiche del progresso, masochiste e fondamentalmente intolleranti.
E invece non è vero.
E questa è la mia risposta.
1) La mia conversione non vuol dire che non uso il cervello: vuol dire che ho sentito la voce dell’anima, e che lo Spirito mi ha chiamato. Il cervello pensa, analizza, risolve, immagazzina informazioni: ma è col cervello che si ama? No. E’ col cuore. E lo Spirito Santo bussa alla porta del cuore. Se aver aperto quella porta mi rende improvvisamente non ignorante, ma semplicemente coi neuroni sul sedile di dietro e la fede al volante, ben venga, perche’ tutte le cose che so e conosco non hanno senso se non ho direzione ne’ speranza.
2) Sulla mancanza di fiducia, perché ora sono ‘una di loro’: amici, non ho vissuto 43 anni di vita, e una vita complessa e piena, per diventare improvvisamente uni-dimensionale. Se mi parli degli errori che hai commesso, di una vita che volevi pura e bella e che è uscita fuori piena di curve e vicoli ciechi, cosa credi che faccia? Che tuoni “PENITENZIAGITE!”? I cattolici credono, pregano, lottano, ma non sono perfetti. Nessuno di noi lo è, altrimenti non avremmo avuto bisogno di Gesu’ che prendesse su di se’ le nostre colpe per permetterci di sbagliare, di peccare, di soffrire, ma di non bruciare per sempre perché la Sua mano è sempre pronta a trascinarci fuori dall’abisso (o anche solo dalla buca), se solo la prendiamo. Non sono improvvisamente uscita fuori dal mondo, non sono diventata Nonna Eufrasia che sviene se c’e’ MTV in televisione e non scuoterò la testa in disapprovazione se mi dici che non vai a Messa da anni. E soprattutto, non tentero’ di convertirti.
Il Signore bussa anche alla tua porta, e non c’è bisogno che io faccia prediche e mi trasformi nel predicatore americano che grida col megafono agli angoli delle strade. Non ho bisogno di giudicarti, di pontificare, di fare la superiore o quella che ha capito tutto: Gesù ti attende come ha atteso me per 43 anni, e Lui non grida, non pontifica, non giudica con meschinità ma discerne per il nostro bene. Noi uomini e donne siamo uguali ai suoi occhi, preziosi in quanto figli e non in quanto più o meno perfetti.
Perciò, se andiamo a prendere un caffè, stai tranquillo/a, possiamo ancora parlare di Sex and the City e delle ultime puntate di Nashville. Sono ancora io con tutte le mie follie, imperfezioni e tanta voglia di ridere e stare bene – solo, ora, ho una colomba nel cuore.
3)L’odio va molto, anzi, per dirla nel Costanza style, “porta molto”! Chi odiamo oggi? I bigotti? I gay? Quelli che votano per Trump, quelli che votano contro Trump? I vegani, o quelli che mangiano carne? E via così. E’ una cultura del conflitto.
Ora, i cristiani combattono in un modo molto strano, direi quasi unico: con la pace. Certo, diciamo ciò che pensiamo, ma non odiamo nessuno, o almeno, non dovremmo. Diventare cattolica (che gioia ogni volta che dico queste parole!) non mi da’ una tessera valida per giudicare gli altri. Certe cose sono giuste, altre sbagliate – su questo non ci piove – ma le persone, i figli di Dio e i nostri fratelli e sorelle, sono tutti giusti. Dio ha voluto tutti noi, Gesù ha offerto la salvezza a tutti, lo Spirito può dare le grazia a tutti, Maria può stendere il suo mantello di mamma a tutti. Non sta ne’ a me ne’ a te decidere chi sarà salvato e chi no. Non esiterò a dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato agli occhi di Dio, ma se ti aspetti che mi ponga a giudizio dei miei fratelli e delle mie sorelle, qualsiasi cosa scelgano di fare, puoi aspettare per sempre.
Ed eccomi qua, un coming out in style sul blog di una donna tanto spesso fraintesa, tanto calunniata, che ha sparso nelle pagine dei suoi libri tante piccole gemme. Le ho raccolte, queste gemme, e le guardo luccicare in questa bella giornata di primavera.
Con amore,
Daniela
Daniela Sacerdoti, pronipote del celebre scrittore Carlo Levi, è nata a Napoli ed è cresciuta in Piemonte, ma durante gli ultimi dieci anni ha vissuto in Scozia. È laureata in Lettere classiche ed è stata insegnante di italiano, latino e greco. Scrive sia in italiano che in inglese. La Newton Compton ha pubblicato Ho bisogno di te, suo romanzo d’esordio, che è stato bestseller in Inghilterra, Se stiamo insieme ci sarà un perché e Amore zucchero e caffè. Per saperne di più, visitate il sito www.danielasacerdoti.com o seguitela su Facebook e su Twitter (@danisacerdoti).
Fonte it.aleteia.org/costanzamiriano.com
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